1. Lampi di azzurro sotto il cielo vaniglia


    Data: 22/10/2021, Categorie: Etero Autore: hydemoon2011, Fonte: Annunci69

    ... mascolinità fino alla base per poi sfilarla lentamente dal caldo cilindro della sua bocca bollente ripetendo il gioco in sempre più rapide sequenze.
    
    Vorrei ricambiare quelle scabrose attenzioni. Immagino la mia lingua saettare tra i petali del suo fiore, farla sparire nel lago profondo del suo desiderio, stuzzicare maliziosamente quel piccolo, luccicante pistillo di carne arrossata. Il pensiero non aiuta, anzi, mi avvicina sempre più a quella sottile linea immaginaria che è il punto di non ritorno, dove ogni tentativo di controllo diventa vano e la scarica di piacere si trasforma in caldo fiotto, liquido, spinto con veemenza da pulsazioni che sono febrili scosse telluriche che squassano.
    
    Tra i denti, nello strenuo tentativo di prolungare quel mare di sensazione che mi sferza la mente come una tempesta tropicale, le dico: “Togliti i pantaloni e le mutandine, ora!” Di nuovo mi investe con l’azzurro dei suoi occhi, cerca di capire le mie intenzioni in una soffocata esperessione di ingorda lussuria.
    
    Mi libera un istante prima che i miei sforzi diventino vani. Lascia che la mia dura mascolinità, lucida di saliva e passione, beccheggi come una barca trattenuta da ormeggi troppo fragile per contrastare la forza della tempesta. Una grossa e densa goccia di piacere tracima dal taglio al vertice del mio paonazzo desiderio e dopo un istante cade a terra, pesante come piombo fuso.
    
    Pulendosi la bocca con il dorso della mano mi dice in un sussurro: “ Lasciami finire, ...
    ... voglio sentire il tuo sapore in bocca.”
    
    Quell’unica goccia allenta un po’ la tensione e mi permette di riprendere il controllo, almeno per qualche istante. So che non potrò più sostenere un nuovo avvolgente affondo. Sono battuto ma determinato a dare una sfumatura più intensa a questo fantastico istante di lussuria.
    
    “Assecondami, togliti pantaloni e mutandine” Ho la voce cavernosa e provo a convincerla sfoggiando un sorriso malizioso e seducente.
    
    Lei lo fa, in silenzio. Toglie le scarpe, sfila prima una gamba e poi l’altra dall’ingombro dei pantaloni e sollevandosi rapidamente dal sedile giusto il tempo necessario a far scivolare le mutandine oltre le ginocchia, esaudisce la mia richiesta ed ora attende guardandomi dal basso sistemando i capelli con una mano.
    
    “Ora, cosa vuoi che faccia?” me lo chiede con quel suo tono carezzevole e pacato.
    
    “Allarga le cosce e sporgiti bene sul bordo del sedile”. Non se lo fa ripetere e con le mani appoggiate sulle ginocchia mi osserva mentre il mio sguardo si fa impertinente insinunadosi in profondità.
    
    Cingo il mio desiderio nella mano destra e inizio a muoverla piano.
    
    “Toccati! Fallo per me, fallo guardandomi il cazzo!”
    
    Lei sposta una mano dal ginocchio e la fa scivolare tra le cosce. Si accarezza in superficie e non toglie gli occhi dal mio desiderio. La cosa sembra eccitarla. La inebria e i suoi tocchi si fanno immediatamente più profondi, ritmati, accopagnati dal respiro che, accellerando, diventa sensuale gemito di ...