1. Lampi di azzurro sotto il cielo vaniglia


    Data: 22/10/2021, Categorie: Etero Autore: hydemoon2011, Fonte: Annunci69

    Messaggio:“ Potremmo vederci per 5 minuti se ti va, sono di corsa ma vorrei avere la possibilità offrirti almeno un caffè”.
    
    La risposta non si fa attendere a lungo.
    
    Messaggio: “ Si, va bene, ho anche io 5 minuti liberi”. “P.S.: finalmente possiamo fare due chiacchere dal vivo, dopo tanto virtuale!”
    
    Fissiamo il luogo dell’appuntamento. Si tratta di un distributore di benzina con bar annesso su una delle tangenziali che unisce l’autostrada alla città, un luogo di passaggio, un posto che garantisce un certo anonimato. B. mi scrive le indicazioni che io seguo in uno stato emozionale intenso, quasi frenetico tant’è che sbaglio strada un paio di volte arrivando così con qualche minuto di ritardo e maledicendo la mia emotività
    
    Lei mi sta attendendo in auto. Conosco modello e colore, me lo ha comunicato come ultimo dettaglio nel nostro scambio di messaggi. Parcheggio accanto alla sua macchina e mi faccio riconosere salutandola attraverso il finestrino. Porto la mano alla bocca mimando il gesto di prendere un caffè, lei, sorridendo, annuisce ed entrambi scendiamo dalla macchina.
    
    È una calda mattina di inizio estate, il cielo ha il colore vaniglia tipico della pianura in quel periodo e l’aria è umida. Fuori dal confortevole “habitat” climatizzato dell’abitacolo, l’afa si appiccica alla pelle come un denso sudario. Il fastidio fisico svanisce, dimenticato, quando incrocio lo sguardo di B. I suoi grandi occhi sono di un azzurro intenso. Il suo sorriso ha qualcosa di ...
    ... enigmatico. Timidezza, curiosità e, forse, un pizzico di malizia, sembrano contendersi il primato donando al viso una sfumatura intrigante.
    
    Ci scambiamo i convenevoli, una stretta di mano, uno paio di baci sulle guance, le tipiche frasi che includono il clima, il traffico e altri banalità che celano le emozioni, che nascondono pensieri vorticosi mentre con gli occhi, per la prima volta dal vivo, osserviamo i dettagli l’uno dell’altra.
    
    Propongo di “rifuguarci” all’interno del bar dove l’aria condizionata e un buon caffè ci avrebbe permesso di parlare in modo più rilassato.
    
    B. indossa un paio di jeans e una camicetta di cotone bianca sotto una giacca leggera beige, nei piedi, un paio di sneakers. Quasi a volersi giustificare, come se fosse un peccato imperdonabile, con la sua voce calma e dai toni armoniosi mi dice: “scusa ma sono uscita di corsa di casa e non ho avuto tempo di curare molto i dettagli, in più, non ero sola e se fossi uscita con minigonna e tacchi avrei dato troppo nell’occhio”. Sorrido, le dico che con me, certi problemi non se li deve fare e poi aggiungo: “tanto prendiamo solo un caffè, mi posso fermare solo 5 minuti. Volevo conoscerti, non pensavo a cose più audaci di questo”.
    
    Mento spudoratamente. Dal primo istante in cui ho incrociato il mio sguardo con il suo, ho immaginato ben più di cinque minuti trascorsi al tavolino di un bar a parlare di banalità. Ho l’impressione che B. lo abbia intuito e risponde allargando il sorriso che assume una sfumatura ...
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