1. Schiava in Africa (parte 5) – Sesso a cena


    Data: 19/10/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti

    Per cena la legò sul tavolo, stesa di schiena.
    
    Legò le caviglie alle gambe del tavolo. Alle altre gambe legò i polsi.
    
    La usò come tovaglia.
    
    Il piatto posato sul ventre, ai capezzoli piccoli morsetti legati da una catenella.
    
    Vicino due candele.
    
    Mentre mangiava accarezzava i seni giocando con i morsetti e la catenella.
    
    “Se ti contorci e mi fai cadere il piatto ti arrosserò la schiena a frustate”.
    
    Aveva dimostrato di saper usare la frusta e, per quanto le piacesse, preferiva ubbidire.
    
    Giocava anche col suo sesso, stimolandola e penetrandola con le dita.
    
    Non lo faceva per dare piacere a lei, ma solo perché piaceva a lui.
    
    Era concentrato solo sul suo piacere. Lei era una schiava e serviva a quello.
    
    Gli piaceva anche metterle le dita in bocca, sentire la lingua che gliele accarezzava e, a sua volta, passargliele sulle labbra.
    
    Togliendo i morsetti riprende la circolazione del sangue nei capezzoli e c’è un attimo di dolore.
    
    “Attenta a non rovesciare nulla!”.
    
    Lei si intimorì e si controllò.
    
    Mangiò ancora qualche boccone in attesa che lei si rilassasse e le passasse il dolore ai capezzoli che, però, erano rimasti sensibili.
    
    Lui lo sapeva, ed era uno stronzo. Così prese le candele e le fece vedere alla schiava, alla quale iniziò ad aumentare la respirazione ed il battito cardiaco.
    
    Le uscì dalle labbra solo un “no” che era una preghiera.
    
    “Zitta, e ricorda il piatto!”.
    
    Dal tono di voce lei avvertì la sua eccitazione ed il suo ...
    ... divertimento per ciò che stava per accadere.
    
    Qualche goccia di cera iniziò a scendere sui capezzoli.
    
    Siccome era uno stronzo, non tenne alta la candela in modo che il percorso verso il basso e l’aria avrebbero raffreddato un poco la cera.
    
    No, lo stronzo tenne la candela vicina al capezzolo in modo che la cera potesse scendere bella calda.
    
    La schiava non ce la fece a trattenere il lamento ma riuscì a contorcersi solo poco, abbastanza per non fare cadere il piatto.
    
    Era una sensazione particolare quella di soffrire e doversi concentrare maggiormente sul mantenimento della posizione mentre si riceve il dolore.
    
    La sensazione era eccitante per il Padrone che, nella sofferenza, la vedeva ubbidiente nel controllarsi.
    
    Il dolore e l’attenzione per il banale piatto sul ventre.
    
    La eccitava, quello stronzo egoista.
    
    Giocava con lei e con il suo corpo, con i suoi desideri e la sua eccitazione.
    
    Lui giocava con lei per divertirsi, eccitarsi e godere. La frustrazione della schiava era tutta diretta al godimento del Padrone.
    
    Al termine della cena, le allentò le corde quel tanto da poterla spostare e lasciarle la testa penzoloni.
    
    Aveva pensato che fosse solo per toglierle la vista di quanto lui le avrebbe fatto e darle una sorta di cecità.
    
    Invece no, era solo per una questione di comodità, del Padrone, ovviamente.
    
    Le si mise davanti alla bocca e si tirò fuori il membro.
    
    Lei era legata e lui le prese in mano i seni, poggiando il sesso sulle labbra della ...
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