1. Antica baita


    Data: 18/10/2021, Categorie: Etero Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti

    Apro la porta con un gesto consueto, apparentemente banale e scontato.
    
    Giro la chiave nella toppa.
    
    Eppure sto aprendo la porta della nostra baita in montagna. Una porta che resta chiusa per mesi e mesi e che apro abbastanza raramente.
    
    So che aprire questa porta equivale ad aprire uno scrigno, spalancare un forziere di sensazioni, ricordi ed emozioni.
    
    La serratura scatta, apro ed entro nel locale buio, senza corrente elettrica.
    
    Il consueto e familiare odore di chiuso, di bosco, legno di larice, umidità, aghi di pino, vetusto, fumo di camino. Quell'odore che non è un odore, ma un aroma, un segnale, un universo in cui perdersi, evocando sensazioni positive, riminiscenze di infiniti momenti belli passati tra queste mura rivestire di legno.
    
    A memoria mi dirigo verso le spesse imposte. L'unica luce, nei primi momenti, è solo quella naturale, che viene dall'esterno.
    
    Apro le finestre, come in un rituale studiato nei dettagli ed eseguito da una sacerdotessa dedicata solo a quello.
    
    Nel rettangolo luminoso che si lacera fra le ante, si incasellano subito i grandi larici ormai ricoperti dei germogli, quest'anno in ritardo.
    
    Come se non aspettassero altro.
    
    Stanchi totem che ondeggiano annoiati sotto le carezze del vento, come vecchi cani in atteggiamento accondiscendente sotto gli impetuosi giochi di cuccioli vivaci.
    
    Quel fruscio di rami, quel rumore composito fatto di scricchiolii e attriti di fronde ed aghi di pino.
    
    Dalla valle il canto ...
    ... monotono di un lontano torrente.
    
    In quelle acque, in quelle cascate, mi sono immersa, ho lottato, discendendo gli stretti budelli, difendendomi il respiro sotto le piogge veementi che mi frustavano sul caschetto e sulle spalle, appesa alle corde nella muta da 5 millimetri, unendomi ai flutti ed ai muschi tenacemente aggrappati alle rocce, sferzate dallo scorrimento millenario.
    
    Avventure per fondermi e sentirmi parte della natura e delle sue leggi brusche.
    
    Stesse acque sempre diverse.
    
    Il cuculo in lontananza, il lamento del picchio, gli scoiattoli si inseguono sulle ruvide cortecce.
    
    Tra i larici e gli abeti le strisce blu scuro del lago di Como, un fiordo tra alte montagne a picco, rubato alle scogliere norvegesi.
    
    Salgo al piano di sopra e ripeto il rituale.
    
    Le porte finestre sul balcone.
    
    Quel balcone dove prendo il sole nuda, protetta dal bosco oltre il prato cintato.
    
    La stanza da letto dove dormiamo, con il lettone e le pesanti trapunte, le coperte bombardate di naftalina, i vecchi cimeli raccolti in tante passeggiate su questi monti.
    
    Candelabri in ottone ossidato.
    
    Inalo i profumi della casa nutrendomene voluttuosamente, ed intanto riporto alla vita ed alla luce queste stanze, abbandonate in un lungo letargo.
    
    Questi luoghi e questi oggetti, sempre fedelmente al loro posto, sempre pronti a riprendere un onorato servizio, senza mai chiedere nulla, senza rinfacciarmi il ritardo dalla mia ultima visita, o la trascuratezza, o l'oblio dei mesi ...
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