1. Stucchevolezza prestigiosa


    Data: 16/10/2021, Categorie: Erotici Racconti Racconti Erotici, Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    E’ appena entrata l’estate con il suo caldo umido caratteristico che t’avvolge,siamo nel mese di luglio e si sente. Un rossetto rosa sciolto al sole, una boccetta di smalto verde smeraldo rovesciato sul bianco lavabo del bagno, uno squillo di telefono, l’ombra dei tulipani nel vaso di terracotta dipinto a mano, che viene abilmente proiettata come una macchia alle dieci d’un mattino qualsiasi, sulla parete intonacata di fresco della stanza da letto di Diana. Questo è in sintesi il debutto giornaliero di Diana, oggi peròragguardevolmente ein special modo.
    
    Leiè un’affascinante ragazza ventitreenne, gradevole ed elegante,genuinamente smaliziata e schiettamente astutada far accapponare di proposito la pelle, facendo irrimediabilmente scuotere pungolandoe sconquassando insanabilmenteammodoi divieti,educatamenteipiù audacidegl’impedimentiedelletemerarie inibizioni. Adesso lo squillo del telefono persiste martellandole la mente, Diana allunga frettolosamente la mano destra e cerca disperatamente d’afferrare la cornetta,dopol’agguanta con stupore e apre gli occhi ancora sporchi di mascara, perché ancora con la voce palesemente assonnata risponde:
    
    “Sì, solo un momento. Chi è che parla?” – intanto che dall’altro capo del filo, una voce maschile quasi spazientita e leggermente alterata ribatte:
    
    “Sono Patrizio, è più di un’ora che t’aspetto. Non dirmi che stai ancora dormendo, mi auguro che non sia vero”.
    
    Diana stropicciandosi rapidamente gli occhi, emette un lungo sbadiglio, ...
    ... rispondendo con la voce garbata e naturale alla sua richiesta:
    
    “Certo che sì, ma avevamo un appuntamento noi due?”. Patrizio leggermente assorto, assume lestamente un’aria stupida e frattanto rintuzza:
    
    “Diciamo che dovevamo vederci, per quella cosa che ben sai e che conosci”. Diana rimane intenzionalmente sul vago, calcolatamente sull’astratto, però in modo aggraziato e alquanto leggiadro gli risponde:
    
    “Ora rammento, è vero, arriverò fra mezz’ora. Prenditi con calma un caffè o se preferisci fa’ pure colazione, perché poi vengo là e pago tutto io”.
    
    Una volta attaccata la cornetta del telefono Diana si precipita lestamente in bagno, inciampando su scarpe e vestiti sparpagliati qua e là, afferrata alla svelta la borsetta esclama inquieta stringendo i denti e sbottando:
    
    “Cazzo, che casino. Ieri sera devo aver rovesciato la boccetta dello smalto dal tanto che ero stordita, adesso non ho l’acetone per toglierlo, ci penserò più tardi, accidenti”.
    
    In quell’istante s’infila nel piatto della doccia lasciandosi benevolmente massaggiare dall’acqua, come una carezza curiosa e indiscreta. Quindici minuti più tardi è in camera, s’accede una Lucky Strike, si veste con un abito leggero dal colore delle pesche mature, però davanti alla specchiera esclama stizzosamente a voce alta:
    
    “Mio Dio, che faccia mi ritrovo. Devo assolutamente darmi del colore, altrimenti sembro un cadavere che passeggia”.
    
    Lasciando rapidamente in disparte questi pensieri che l’assillano, Diana si ...
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