1. Mia adorata


    Data: 15/10/2021, Categorie: Etero Autore: lingua di gatto, Fonte: EroticiRacconti

    ... aspetto. Niente. Poso le mie labbra sul suo caldo collo. Un tenero bacio. Inizia un calmo andirivieni.
    
    Per poco non mi svuoto nella sua profonda grotta. Mi fermo. Estraggo il mio dardo da lei. Un leggero risucchio vorrebbe trattenermi. Ho altri scopi: desidero provare ogni anfratto di lei. Questa profonda grotta ne è solo il primo. È calda, accogliente, odorosa di muschio. Vorrei rientrarci. Non devo, non voglio. Mi faccio forza e la giro verso di me. Ora è supina. Mi posiziono davanti a lei e forzo le sue colonne in un arco di trionfo a V spingendole verso le sue spalle. La tengo così ferma ed io inginocchiato davanti come a voler adorare una dea. Lecco e bevo alla fonte della vita. Mi stendo sul suo petto. Poggio le mie labbra sulle sue e la lingua la obbliga a dischiudersi e saetto in lei accarezzando la lingua. Non reagisce, lascia a me ogni azione.
    
    La punta del dardo apre altre labbra. È umida da quelle parti. Entra senza sforzo. Al caldo riposa nell’umido delle sue carni. Mi muovo piano all’inizio, il ritmo aumenta veloce, senza sosta. Lei si difende producendo altri e abbondanti umori. Mi sforzo di entrare in lei nel profondo del suo ventre.
    
    Oh! Mi risucchia, sento stringere alla base del dardo. Più affondo in quel pozzo più sento un cappio stringere alla base del mio bene. La mia volontà, il mio essere viene risucchiato giù. Mi vince completamente. Esplodo in lei e mi svuoto una, due, tre, quattro volte potenti getti di vita la inondano.
    
    Svuotato di ...
    ... tutto le mie membra si rilassano e mi affloscio sul suo corpo. Le braccia lasciano libere le sue gambe che avvolgono i miei lombi.
    
    Credevo di essere un eroe vincente, un padrone, invece è lei che trionfa. Non è ancora sazia ed io ho finito questa mia forza. Ho bisogno di riposare per richiamare le riserve nascoste di energia.
    
    Devo, voglio violare la sua bocca.
    
    Solo una leggera stretta delle sue gambe attorno ai miei lombi fu tutta la sua reazione, ma sufficiente a farmi capire che voleva ancora di me.
    
    Respirava leggera, a fondo. Era l’input a ricaricare le pile. In silenzio chiedeva di più. Voleva la sua parte e voleva accontentare il partner.
    
    Un quarto d’ora, mezz’ora, un’ora. Il tempo passava veloce, inesorabile, necessario.
    
    Il risveglio finalmente si presentò. La testa del dardo, timidamente, all’inizio, fece capolino dal lenzuolo steso. Diventò più sfacciato e si erse in tutta la sua potenza, pronto alla nuova pugna.
    
    Aprii gli occhi che si adattarono a quella poca luce in breve tempo. Lei era stata sveglia ad aspettare paziente. Risalii fin sopra il suo viso. Poggiai l’asta alle sue labbra. Tenne gli occhi chiusi ma socchiuse le labbra e i suoi denti, come tante perle di due fili della stessa collana, si distanziarono. La saliva riempì copiosa la sua bocca ed accolse sulla lingua la prima parte del dardo rovente. La lingua sembrava fosse diventata di una lunghezza spropositata gli si avvolgeva intorno, lo carezzava, lo corteggiava. Le labbra si strinsero ...