1. L'avvocatessa II Cap. Il detective


    Data: 12/10/2021, Categorie: Etero Autore: IL PENSIONATO, Fonte: EroticiRacconti

    ... alti ed un sedere molto sodo: Franco mi fece avvicinare e cominciò ad accarezzarmi le cosce fino all'inguine dove indugiò: la vicenda, per lui sembrava non essere un semplice amplesso da ufficio, sbrigativo e superficiale, Franco, nonostante la giovane età, dimostrava una sapienza da amatore esperto, voleva che anche io godessi in modo completo, anche se dentro di me non era proprio quello che volevo, avrei preferito una sveltina, magari anche un poco rude, e glielo feci presente:”Dai, non abbiamo tutto questo tempo, forza scopami! Ti prometto che ti dedicherò più tempo una di queste sere!”. “Ma allora sei una troia, mi sussurrò all'orecchio, e così ti tratterò!” Mi abbassò le mutandine e con forza mi introdusse due dita nella vagina cominciando a muoverle velocemente facendo al contempo pressione sulla parete interna della vulva fino a farmi “squirtare” copiosamente sulla sua mano, che portò alla mia bocca facendomi sentire il sapore dei miei umori. Mi girò, mi fece appoggiare sulla scrivania e mi prese da dietro, introducendo il suo membro in un sol colpo sino ai testicoli, possedendomi con violenza, ansimandomi nell'orecchio e rivolgendomi frasi lascive e volgari:”Ti piace, troia! Te la sfondo!” Quasi poterono più le parole che l'azione meccanica della copula e ebbi un orgasmo devastante, mi tremavano talmente le gambe che, se non fossi stata trattenuta dal suo pene e sostenuta contro il tavolo dalle sue mani sui fianchi, sarei caduta in terra. “Adesso lo vuoi nel ...
    ... culo?”mi sussurrò. Bastò questo per un nuovo orgasmo e naturalmente le pulsazioni della passera valsero più di una risposta; uscì dalla vagina seguito da un fiotto di umori che mi colarono lungo le gambe, e spostò il suo glande sul fiorellino ben protetto dalle mie sode chiappe: appoggiai la guancia sul legno della scrivania per permettere alle mie mani di porsi sui glutei ed aprirli in modo da favorire l'accesso che avvenne immediatamente senza tentennamenti strappandomi un gemito di dolore e piacere insieme; anche questa introduzione fu violenta, spingeva con forza, sentii che il mio sfintere aveva ceduto e si era allargato fasciando quel palo di carne che entrava ed usciva sempre con maggiore velocità fino a quando sentii nel mio intestino un liquido caldo e denso. Franco si abbandonò sulla mia schiena affannato e sudato, notai che non si era spogliato, proprio come in un rapporto veloce con una puttana di strada, mi sentii sporca, forse quel ragazzo meritava qualcosa di meglio, ma lui non aveva ancora finito, mentre il pene, rimpicciolendosi, usciva dal mio ano, con la mano raccolse lo sperma che copiosamente stava colando, e lo portò alla mia bocca: “Lecca, sgualdrina! Ti piace?” Non me lo feci ripetere e gli ripulii le dita ingoiando tutto guardandolo negli occhi: distolse lo sguardo, si era reso conto che forse aveva superato il limite, ma gli dissi “Va tutto bene, a me è piaciuto moltissimo e la mia promessa che ti ho fatto è ancora valida. Adesso diamoci una sistemata non ...