1. Ricordati che per te ci sono... sempre!


    Data: 19/09/2017, Categorie: Tradimenti Autore: moonmaker, Fonte: Annunci69

    ... serali facevano nascere dei capezzoli che immaginavo succulenti da mordere… due gambe lunghissime, da felina… e poi il culo… un culo immaginifico… caleidoscopico… un vero affronto alla forza di gravità… due emisferi tondi e impertinenti che una mano divina aveva disegnato palesemente in uno stato di grazia…
    
    Ma Maria era pur sempre la moglie di un amico: avevo assistito al loro matrimonio, ero stato invitato al battesimo del loro figlio, ero stato loro accanto come un fedele scudiero… non certo come un vile traditore…
    
    “Ricordati che per te ci sono… sempre!”
    
    Quelle parole tornarono a risuonarmi nella testa… a tormentarmi le viscere… Vidi un bar sul ciglio della strada e mi fermai… inghiottii in un solo sorso un whisky di marca infima… preso il cellulare con le mani che mi tremavamo… poco male: le dita trovarono composero da sole il numero di Maria… scrissi solo due parole… DEVO VEDERTI… e inviai l’SMS… ordinai un altro bicchiere con la testa che mi girava, non so se per l’alcolico bevuto a stomaco vuoto o per l’ebrezza che quel gesto mi aveva trasmesso… e arrivò un messaggio “Mio marito porta Nicola al torneo di calcetto… Non arrivare prima delle 8”.
    
    Guardai l’orologio: le sei… ancora due ore… 120 minuti col cuore che mi batteva in gola… 120 minuti di rimorsi… stavo per compiere un atto contrario a tutti i miei principi… “Prima di andare con la moglie di un amico, me lo taglio!” Chissà quante volte l’avevo detto… chissà quanto veleno avevo sparso parlando delle ...
    ... mogli infedeli… Coglione! Ora ci stavo cadendo dentro con tutti i piedi…
    
    Feci il tragitto inverso con l’auto… lentamente, così da crogiolarmi nel mio senso di colpa… volevo cercare un appiglio per non percorrere quella strada che avevo percorso mille volte… per non poggiare la mano sull’imponente portone di legno massiccio… ma ogni volta che stavo per dar retta alla mia morale mi tornavano in mente quelle parole…
    
    Spensi l’auto. Scesi guardandomi intorno con circospezione come fa chi ha la coscienza sporca, ma non ce n’era bisogno: la casa dei miei amici era in mezzo a un bosco lontano da occhi indiscreti. Mi avvicinai al portone semi aperto e spinsi… e fu lì che la vidi… semplice, come sempre… una maglietta bianca a fasciare la sa vita… un paio di short e i piedi scalzi, con le unghie laccate di rosso…
    
    Mi avvicinai a lei, stavo per pronunciare un timido tentativo di scuse… quando lei cominciò ad accarezzarmi la guancia… e senza dire nulla prese la mia mano e la portò sul suo viso… sentii di nuovo il suo calore… il suo profumo… tentai di baciarla, ma era ancora presto… mi lascò solo baciare quel collo d’ebano e saziarmi del suo profumo… e continuai a baciarle il collo… le orecchie… gli occhi… e poi scesi di nuovo sulle labbra, che questa volta si schiusero…
    
    Un bacio lungo, profondo…le nostre lingue si rincorrevano in una danza ancestrale… le nostre mani cominciarono a frugare i nostri corpi… la aiutai a togliere la maglietta e vidi per la prima volta il suo seno ...