1. Convinzioni contorte


    Data: 03/05/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Devo onestamente ammettere che mi &egrave sempre piaciuta la pioggia, adesso mi domando: perché dev’essere l’ispirazione e lo spirito che rema contrapposto al rovescio? Tutti dicono sostenendo che la pioggia disgusta, che stanca e che fa schifo, che danneggia l’animo, allora io t’indico e ti dimostro in conclusione che essa &egrave meravigliosa e splendida, perché la pioggia &egrave vita assoluta anche se non parla.
    
    Oggi fa un caldo smisurato, poiché c’&egrave un’afa terribile e si soffoca, il calendario ci ricorda che siamo a settembre, tra poco ci sarà la scuola, tra non molto ricomparirà l’ora legale e tanto altro alle porte che sta per giungere, invece il sole se la ride di gusto spalmandoci addosso un velo di sudore, che si riforma appena metti il naso fuori dall’ombra. Stavolta neppure il calendario ci ha azzeccato: anche le previsioni meteo indicavano un tempo incerto e mutevole, da poco nuvoloso a coperto con dei locali rovesci di breve durata, malgrado ciò per niente. Per infilare in conclusione un po’ di sana cultura botanica nelle nostre giornate, tutte fatte di morsi, di lingue avide, di mani sfacciate e d’urla soffocate, io avevo avuto la bella e vistosa idea di portarti al parco della villa. Sì, certo, uno spettacolo collettivo, con l’uomo e la natura che si riuniscono dando vita a un incanto di mille colori e di varie forme. Secoli d’amore per le piante, per la bellezza, per i dettagli, dato che hanno generato un gioiello nel quale lo sguardo si perde e ...
    ... l’anima s’inebria colma e rasserenata.
    
    Tu lì non ci sei mai stato, perciò prendiamo a noleggio due biciclette e ci avviamo su per quei sentieri, nell’itinerario ci sono salite e discese, il fiume si snoda poco più giù calmo e lento sotto i nostri occhi, dato che ci lasciamo avvolgere dalla magia di questo luogo inconsueto dove tutto &egrave cura e poesia. In seguito sbuchiamo dal vialetto, fuori dal ponte di quegli alberi che ci hanno riparato sino a un attimo fa. Il piazzale s’apre su d’un panorama diverso, sino a poco fa c’era l’ombra e le chiome fitte, adesso notiamo un prato immenso, una distesa verde e soffice abbeverata dai numerosi getti che dissetano la terra, mentre io che in tutta questa meraviglia sto morendo di caldo dopo la salita vorrei lanciare la bici per terra e cacciarmi sotto uno di quei getti. Non credo che si possa, perché giardinieri e guardiani sono dappertutto, da momento che sono discreti e silenziosi, dato che non disturbano nessuno tranne noi.
    
    Io appoggio educatamente la bicicletta contro un albero, tu segui il mio esempio e i miei passi, alzi un sopracciglio quando m’avvio giù per la collina: perché tornare da dove siamo venuti per dover poi risalire a piedi? Io scendo in maniera puntigliosa e decisa ad averla vinta sui presagi meteo che m’hanno confuso e ingarbugliato le prospettive, il sentiero pedonale scende tortuoso tra una curva e l’altra in mezzo agli alberi generosi e ricchi, dopo lascio il viottolo e ti trascino in mezzo alle ortiche al ...
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