1. Poche parole


    Data: 30/04/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... ritirare gli occhi nell’incrocio degli sguardi. In verità era un’espressione insopportabile e pesante la sua, carica di qualcosa che non riuscivo a decifrare né a interpretare correttamente, a ogni buon conto mi piaceva come una poesia o un quadro fantastico, irreale e trascinante che coinvolgeva animandomi e incoraggiandomi sempre di più.
    
    Io non sapevo che cosa fare per dare un seguito a quell’intesa muta e sicura, in fondo però mi bastava, perché ogni volta che mi giravo la trovavo lì ad aspettarmi, in quanto lei mi fissava in assenza d’imbarazzo però senza sorridermi. A questo punto cercai ancora il suo sguardo e questa volta lei mi fece un cenno minimo con gli occhi e d’improvviso s’alzò, io aspettai un minuto e la seguii facendo il giro largo per non incappare nei suoi amici, poiché i bagni erano deprimenti e desolanti, però lei non sembrava badarci, visto che m’aspettava là di sotto nel corridoio nei pressi d’una lampadina dalla luce di colore verde tenue ed era tranquilla. Come io entrai, lei mi portò un dito alla bocca per farmi tacere e con quello stesso dito indugio sulle mie labbra fino a schiuderle, io le accarezzai una guancia e mentre m’avvicinavo per baciarla m’afferrò la mano e me l’appoggiò tra i seni come se volesse farmi ascoltare il battito del suo cuore, io lo sentii spiccatamente palpitare sotto la gonna il suo vero cuore.
    
    In quel momento ci guardavamo negli occhi, dato che non vedevamo altro, rammento che s’appoggiò alla porta e sciolse la camicia ...
    ... annodata in vita, ricordo le mie mani ai seni, le mani aperte e la bocca scendere come una lumaca su quella pelle offerta, dopo sollevò come una tenda la gonna di garza, mentre io m’inginocchiai per baciarla tra le cosce. Forse in quell’istante fui piuttosto buffo, eppure mi piaceva troppo quell’ultimo ostacolo impalpabile e sottilissimo, ebbene sì, io la leccavo attraverso il tessuto delle mutandine, poiché sembravo un bambino che succhia il gelato senza scartarlo, visto che eravamo due amanti nudi separati unicamente da un lenzuolo.
    
    Credo che lei capì e decise di lasciarmi giocare come volevo accarezzandomi lentamente la testa, dato che aspettò paziente che finissi di giocare e compissi finalmente quel gesto atteso, così le abbassai le mutandine con i pollici aprendole le labbra umide come se fosse un’albicocca, giacché repentinamente trasformai in quell’istante la mia lingua in un docile e inoffensivo serpente. Lei aveva il gusto acerbo del vino novello, io prontamente ne degustai abbondantemente le sue deliziose e saporite secrezioni ubriacandola di piacere con la lingua, alla fine sollevai lo sguardo verso l’alto per ricevere il premio d’un sorriso e rimasi per l’occorrenza abbastanza attonito e stupito per la sua imprevista e inattesa reazione. Lei in quell’istante stava piangendo, in silenzio si passava il dorso della mano per cancellare cercando di sopprimere le lacrime che subito si riformavano, mentre io ero alquanto confuso e sconcertato per l’episodio:
    
    ‘Che ...