1. Un colloquio di lavoro


    Data: 22/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: AlexBsxPass, Fonte: Annunci69

    Quella mattina di primavera guardavo con curiosità le offerte di lavoro su siti specializzati: non ero alla ricerca di un lavoro, ma nella vita non si sa mai. Trovare un’occasione per migliorare le proprie condizioni è sempre difficile, per cui, anche se a tempo perso, una scorsa alle pagine e pagine di annunci era comunque qualcosa su cui spendere un po’ di tempo.
    
    Un annuncio attirò la mia attenzione più degli altri: “Prestigiosa firma del lusso ricerca un personal assistant per il proprio responsabile di area”. L’annuncio era corredato di un indirizzo email abbastanza anonimo a cui inviare la propria candidatura. Seppur senza alcuna aspettativa, inviai il mio curriculum, che nulla aveva a che fare con il mondo del lusso o della moda, con tutti i miei dati.
    
    Un paio di giorni dopo ricevetti una mail di risposta, con cui venivo convocato il giorno dopo presso un indirizzo fuori città, con la richiesta di confermare l’appuntamento, che feci senza esitare. Dentro di me ero quasi divertito da quella convocazione inaspettata, e il giorno dopo mi preparai per l’incontro come se dovessi andare a fare una gita. L’annuncio specificava che sarebbe stato informale, per cui evitai giacca e cravatta, preferendo abiti più sportivi senza però scadere esagerare: almeno la camicia è d’obbligo, pensai.
    
    Arrivai all’appuntamento con più di quindici minuti d’anticipo, ed ebbi così il tempo di guardare la villa che mi comparve davanti una volta sceso dalla macchina. Era splendida, come ...
    ... si conviene ad una “prestigiosa firma del lusso”, con intorno un giardino che si intuiva rigoglioso al di là del muro di cinta.
    
    Suonai con qualche minuto di anticipo, e dopo un po’ una voce al videocitofono si palesò. “Buongiorno sono Alex, sono qui per il colloquio”. Sentii scattare la serratura del cancelletto ed entrai: il giardino era splendido, e la piscina a fianco della villa lo era ancora di più. Il vialetto che arrivava su uno spiazzo davanti alla villa era curatissimo, e un paio di automobili di grossa cilindrata facevano bella mostra di sé davanti all’ingresso.
    
    Appena arrivato davanti al grande portone, questo si aprì, con un tempismo quasi magico. Davanti a me comparve un uomo di colore, alto quasi due metri, robusto ed elegante, che mi tese la mano e mi invitò ad entrare.
    
    “Buongiorno Alex, piacere di conoscerti, io sono Kevin… vieni, accomodati” mi disse con un leggero accento inglese. Evidentemente doveva essere in Italia da molto, poiché la sua pronuncia era ottima, e l’accento si percepiva, ma non era per nulla marcato.
    
    Entrammo in un ampio salone con una grande porta finestra che dava sulla piscina, e ci accomodammo su un divano che nel mio salottino sono sarebbe mai potuto entrare. Parlare con Kevin era piacevole, e mi sembrò davvero strano definire quella chiacchierata un colloquio di lavoro. Certo, lui mi illustrò tutte le attività e le responsabilità che quel ruolo avrebbe comportato, ma lo fece con tale naturalezza e affabilità che faceva ...
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