1. Il colore dell’anima


    Data: 12/04/2018, Categorie: Autoerotismo Dominazione / BDSM Etero Autore: CordeDiSeta, Fonte: RaccontiMilu

    ... dei fogli, fin quando non si fece l’ora di tornare a casa.
    
    Una cena sbrigativa con mio padre che cercava di guardare il telegiornale e mia madre, svampita come al solito, che parlava velocemente di argomenti dello spessore della pagina di quei settimanali che le piacciono tanto.
    
    Andai in camera mia, mi spogliai, ero solita dormire nuda, spensi la luce, mi stesi a letto e feci partire un film sul portatile; ero tanto sovrappensiero che non ricordo neppure di che film si trattasse.
    
    Quando mi resi conto di cosa stavo facendo avevo già le cosce divaricate sotto le coperte ed umori caldi che inumidivano il mio sesso carnoso.
    
    Indice e medio della mano destra torturavano il clitoride velocemente e con forza, mentre nella mano sinistra avevo una spazzola e mi stavo penetrando la figa con il manico.
    
    Mi dimenavo nel letto, in preda ai gemiti che cercavo di trattenere mordendo le lenzuola; ogni centimetro del mio corpo era infiammato, la mia pelle morbida e candida era lucidata dal sudore, il viso arrossato e gli occhi chiusi.
    
    Immaginavo di essere presa da quell’uomo, di sentire il suo corpo che schiacciava il mio contro la parete fredda del bagno del bar, mentre il suo sesso si faceva strada fra le mie giovani e bollenti carni.
    
    Sognavo che il suo membro mi sbattesse con la stessa violenza ed irruenza che io, in quel momento, mettevo in quella spazzola, quel pezzo di plastica freddo che mi scorreva dentro, che si impregnava dei miei umori.
    
    Riversai il capo ...
    ... indietro e mi lasciai andare all’orgasmo che sentivo montare immaginando i fiotti del suo sperma caldo sporcare il mio faccino delicato, pallido ed infantile.
    
    Godevo, pensando ai segni che quell’uomo avrebbe dovuto lasciare sul mio corpo, lividi, graffi e morsi, come gioielli effimeri sul corpo morbido di una Ragazzina.
    
    – Passarono giorni, quell’uomo era divenuto un chiodo fisso.
    
    ‘Deve essere mio.’
    
    Pensavo; mi era capitato spesso di pronunciare tali parole in passato, lo ammetto, ma non erano altro che capricci, i miei, voglie momentanee, temporanee, in questo caso no.
    
    Sentirlo sulla pelle divenne una necessità, non solo un desiderio.
    
    Il clima iniziava a farsi più mite, tornai a casa dopo l’ennesima noiosa giornata fra le mura scolastiche con le solite pagine di compiti assegnati che puntualmente restavano bianche
    
    Allungai, come ogni giorno, il tragitto a piedi che dalla scuola conduceva alla fermata dell’autobus; ormai ero solita guardare dentro il bar, affacciarmi alla grande vetrata e soffermarmi anche per interi minuti, sbirciare nella via parallela, quella dove sapevo essere il suo ufficio.
    
    Mi sentivo tremendamente idiota.
    
    Conoscevo giusto il suo nome, sapevo che preferiva la birra scura alla chiara e che i suoi gusti cinematografici erano molto affini ai miei.
    
    Neppure quel giorno lo incontrai.
    
    Appena arrivai a casa mi trovai immersa nella solita tensione che da tempo ormai rendeva densa e pesante l’aria. Fra occhiate malevole e frecciatine ...
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