1. Nel lucore incerto del primo mattino - 2


    Data: 07/10/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... culo e spinse dentro con un grugnito che niente aveva di umano.
    
    L’enormità del palo si fece sentire e Alberico si dimenò, cercando di scrollarselo di dosso.
    
    “Mi fai male… - gemette – mi fai male, esci!”
    
    “Sta fermo! Che puttana sei? Sta fermo che adesso ti passa.”, disse seccamente Tommaso e, tenendolo strettamente per i fianchi, continuò a premere.
    
    Completamente soggiogato, Alberico abbassò la testa e si abbandonò a quella furia prevaricatrice e ormai inarrestabile. L’enorme cazzo entrava lentamente, lubrificandosi col suo stesso spurgo, si apriva faticosamente la strada fra quelle pareti, certo non inviolate, ma che mai avevano accolto finora un corpo così consistente. Alberico respirava pesantemente, cercando di assorbire il dolore di quella penetrazione interminabile. Finalmente sentì un ciuffo crespo sfiorargli il fondoschiena, mentre Tommaso si assestava con un ultimo colpetto.
    
    “Ah!”, sospirò piacevolmente soddisfatto.
    
    “Ah!”, gemette Alberico, sentendosi quasi lacerare lo sfintere.
    
    Tommaso si chinò su di lui, gli passò le mani sotto il petto, stringendolo con forza.
    
    “Sei mio!”, mormorò e cominciò a muoversi avanti e indietro nell’eterno ritmo della chiavata.
    
    “Ah!... Ah!...”, gemette Alberico, sentendosi scombussolare dall’enorme pistone che gli si muoveva nel retto.
    
    “Sei mio… sei mio…”, continuava a mormorare l’altro, mordicchiandogli e leccandogli la nuca, e quasi un ruggito gli sfuggiva dalle labbra nell’empito della passione.
    
    Ben ...
    ... presto Alberico sentì smorzarsi il dolore lacerante e sciogliersi a poco a poco in un piacere languoroso, che sembrava irradiarglisi dal buco del culo in tutto il corpo, con brividi sottili sotto la pelle.
    
    Intanto il ritmo della chiavata prese a farsi più frenetico, mentre l’orgasmo si avvicinava, finché con un ululato selvaggio Tommaso si schiantò con un ultimo affondo sul culo del povero Alberico e lasciò che la sua sborra schizzasse a raffica.
    
    Alberico sentì gli scatti possenti battergli sulla prostata e senza volerlo si abbandonò a sua volta ad un orgasmo non meno squassante.
    
    Rimasero immobili, ansimando tutti e due, Tommaso con l’uccello ancora piantato nel culo di Alberico, che a sua volta stringeva forsennatamente lo sfintere attorno al corpo sempre più molle, consapevole ormai di non poterne più fare a meno.
    
    Si ritrovarono dopo un po’ seduti sul piatto della doccia, abbracciati, ma non ancora sazi di baci e di carezze.
    
    “Perdonami, - gli disse Tommaso, con un tono non so fino a che punto contrito – ma non sono riuscito a trattenermi… è da quando mi hai trovato nel campo, stamattina, che avevo voglia di saltarti addosso… Non so cosa mi ha preso…”
    
    Alberico non rispose, gli si rannicchiò fra le braccia: si sentiva così al sicuro, così protetto.
    
    Dopo un po’, lavati e sommariamente vestiti, erano in cucina a mangiare il pranzo ormai freddo.
    
    “Senti, - disse Tommaso verso sera – io dovrei andare, adesso."
    
    Ad Alberico sembrò che gli strappassero il cuore ...