1. Lea


    Data: 11/04/2018, Categorie: 69, Incesti Autore: liana, Fonte: RaccontiMilu

    ... mi sedetti sulla tazza. Quella frase mi martellava le tempie. Mi fece capire che mio figlio era cresciuto e che i pruriti giovanili si erano presentati. Doveva pur accadere. Il dramma stava, come in seguito mi accorsi, che le sue voglie erano a me indirizzate. Mi resi conto che non potevo più mostrare il mio corpo nudo o parti di esso agli occhi di mio figlio. Da quel giorno presi a vestirmi come si conviene ad una donna sposata e con un figlio. Il problema non si risolse. Pippo continuava a gironzolarmi intorno e non perdeva occasioni per lanciare sguardi carichi di desideri nelle mie scollature e sul mio culo. Spesso lo sorprendevo a fissare la mia bocca con occhi incandescenti. Un anno trascorre. Io a cercare di nascondermi e lui a marcarmi stretta. Aveva anche preso l’abitudine di fare apprezzamenti lusinghieri sul mio corpo oltre che riempirmi di complimenti. Mi corteggiava senza preoccuparsi minimamente di chi fosse presente. Scatole di cioccolatini e fiori di campo erano diventati una routine vedermeli regalare quasi tutti i giorni. Questi erano niente. Ogni mese trovavo sul tavolo del mio studio una scatola avvolta in carta platinata di colore nero con stelle gialle stampate. Le aprivo e dentro vi trovavo dei combinati di calze a rete, di reggicalze, di reggiseno di merletto con un buco al centro dove fare entrare il capezzolo in modo che premesse contro la stoffa del vestito evidenziandolo (era la prima volta che li vedevo) oppure reggiseno formati da solo dischetti ...
    ... aderenti che si applicano sui capezzoli nascondendoli e infine mutandine talmente striminzite che a stento copriano il pube ed il culetto: sono dei puri perizoma o,in alternativa, dei tanga. Il tutto rigorosamente di colore nero e di merletto. Erano le lingerie mie preferite e lui lo sapeva. Si fosse limitato ai soli fiori e/o regalini forse lo avrei anche perdonato. Invece no. Le sue attenzioni erano sempre accompagnate da bigliettini in cui mi dichiarava il suo amore. Diceva che ero la sua donna ideale; che gli sarebbe piaciuto molto vedermi indossare quei modelli di intimo. Biglietti che puntualmente distruggevo per non lasciare tracce in giro. Mi sarebbe piaciuto conservarli. Nonostante fosse fortemente infoiato mai un gesto volgare al mio indirizzo. Il bagno era il luogo dove scaricava le sue voglie. Mi arrovellavo il cervello allo scopo di trovare una soluzione non traumatizzante ne per lui, ne per me e ne, soprattutto, per suo padre. Poi il corteggiamento cominciò a piacermi. Mi sentivo lusingata dalle attenzioni che un ragazzotto dell’età del mio Pippo mi dedicava. Il fatto che fosse mio figlio passò in secondo ordine. Accettai la sua corte e ripresi a mostrargli parti nude del mio corpo. Venne l’estate e ritornammo nella nostra villa al mare. Ripresi a mostrarmi nuda agli occhi di mio figlio. Inconsciamente sapevo che mi sarei accoppiata con mio figlio. Era solo questione di giorni forse di ore. Fu il giorno che ascoltai, non volendo, ad una sua telefonata. Rientravo ...
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