1. Sola. Ma con te.


    Data: 03/04/2018, Categorie: Autoerotismo Incesti Sensazioni Autore: Mima, Fonte: RaccontiMilu

    Si dice che la bellezza del posto di lavoro sia un fattore importante per il rendimento di una persona: più questo ispira gioia più il lavoratore sarà fruttuoso e riuscirà a vivere con maggiore serenità la sua giornata. Il mio lavoro &egrave quello della studentessa e il mio luogo &egrave ciò che c’&egrave di più deprimente al mondo. Si sa, gli ingegneri sono persone pragmatiche, razionali e un tantino noiose e la sede della mia università riesce a centrare in pieno tutti e tre gli aggettivi: un edificio grigio, squadrato, disegnato e costruito senza la minima traccia di fantasia, vecchio, decadente e, ciliegina sulla torta, adornato da tende di color grigio ad ogni finestra.
    
    Si dice anche che combinino assieme ai loro rivali maggiori, gli architetti, due figure opposte, il primo fin troppo realista, il secondo un sognatore e facendo un severo rendiconto della mia vita fino a quel momento posso affermare con certezza che la mia indole da sognatrice avesse portato solo guai e che il realismo fosse stato l’unica via di fuga che avevo trovato.
    
    Eppure ultimamente quel lato che avevo tanto cercato di nascondere cercava di battersi fortemente per uscire allo scoperto e fu anche per questo che quel giorno decisi di deviare la mia strada e rifugiarmi in un altro polo universitario, ospitante la facoltà di architettura che é &egrave,come si può ben immaginare, l’esatto opposto della sua controparte razionale, ovvero colorato, nuovo, vivo.
    
    Solo una strada a due corsie ...
    ... divide le due sedi e, per chissà quale motivo, queste sono collegate da un ponte.
    
    Mi sono sempre chiesta a cosa servisse un ponte quando il tratto di strada da attraversare sia cosi breve e percorso da poche macchine, era come un albero in mezzo alla strada, un oggetto fuori posto che stonava con l’ambiente e che sembrava fosse lì senza alcun motivo.
    
    ‘Uno spreco di soldi insomma.’ Pensai. Eccola, la parte razionale che voleva ancora avere la meglio e cosi,per dimostrare a me stessa di non essermi chiusa in un mondo monotono, decisi di oltrepassare quel piccolo ponticello, come segno di libertà, di scelta. Ero ancora immersa nei miei pensieri quando a metà strada avvistai un ragazzo che stava percorrendo il ponte in senso inverso, passo svelto, libro in una mano, sguardo dritto. Ci incontrammo poco dopo, uno scambio di sguardi veloce e fui di nuovo sola sul mio cammino. Un evento banale insomma, ma era scattato qualcosa, era inutile mentire a me stessa. Quel ragazzo teneva in mano un libro, ma non un libro universitario, un libro che io avevo a cuore, un libro mio, un libro che una volta avevo posseduto, regalo di compleanno fattomi dal mio ex fidanzato, di cui mi ero disfatta quando la storia era finita perché fin troppo pieno di ricordi dolorosi. Non riuscivo a calmarmi, quelle pagine era piene di note scritte da me, ovunque, alla fine di ogni facciata, di ogni capitolo, racchiudevano pensieri, segreti, sogni. Insomma, era come se tra le mani di quel ragazzo ci fossi io, ...
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