1. Mariti Gelosi


    Data: 09/03/2018, Categorie: Cuckold Gay / Bisex Sesso di Gruppo Autore: taycio, Fonte: RaccontiMilu

    Aprii la casella posta elettronica, come sempre curioso di sapere se ci fosse anche qualche messaggio stuzzicante oltre alla solita lista di spam e newsletter dei vari siti cui ero registrato. Mi si palesò una mail di un certo Alberto. L’aprii. Si presentava, incavolato, come il marito della mia ‘amica porno-epistolare’ . Con Lei eravamo soliti scambiare racconti e fantasie: collaboravamo l’uno ai racconti dell’altro, io la chiamavo porcellina e ci sfogavamo riguardo ai nostri incontri. I miei, da buon single, più variegati dei suoi che erano per lo più con il marito. Risposi ad Alberto rassicurandolo del fatto che io e lei non c’eravamo mai visti e tutto quel che leggeva era frutto della nostra fantasia e del nostro disagio. Già, volli rimarcare che se sua moglie desiderava tanto la trasgressione era perché lui non faceva propriamente il suo dovere di sposo. Una donna non basta trombarla e ripulirsi dopo aver finito, ma va fatta sentire bella, desiderata, sexy e occorre che sia l’uomo a proporre ‘ in un modo o nell’altro ‘ di realizzare certe fantasie, spesso oltre i confini della morale comune.
    
    Poche ore dopo trovai la sua risposta e mi confessò che da incazzato s’era sentito quasi in difetto, in colpa. Poteva essere possibile che lui che si vedeva tanto macho e stallone fosse così lontano dal soddisfare la propria femmina?! Poi si sfogò dicendo che a lui sembrava bastasse come la trattava e quello che facevano sotto le coperte, ma quello che mi meravigliò davvero fu ...
    ... come concluse: ‘Senti, da uomo a uomo, visto che non so come farla godere, posso approfittare di qualche tuo consiglio? E ovviamente posso contare sulla tua assoluta riservatezza?’ Risposi, felice di accettare la sua proposta. E volli azzardare: ‘A tua moglie non l’ho mai chiesto, ma con te mi piacerebbe: ti andrebbe di fare due parole a voce? Mi piacerebbe esservi d’aiuto! Questa situazione m’intriga da morire!’ Nel giro di qualche mail fissammo un appuntamento a casa sua per l’indomani alle 16:30: lui lavorava solo fino alle 15 e da quell’ora alle 18 aveva casa libera, dopodiché Lei sarebbe rincasata dall’ufficio. Si sarebbe sentito più a suo agio piuttosto che in un bar o in qualsivoglia locale pubblico.
    
    Spuntai da lui con in mano una bottiglia di cabernet. Ci presentammo. Notai subito un’espressione tesa e confusa sul suo volto, con un pizzico di tensione e paura. Non era molto alto, ma ben piazzato e indossava una camicia chiara in cotone fuori dai pantaloni coi primi due bottoni aperti, un paio di jeans e due infradito colorate. Sapeva di pulito: era appena uscito dalla doccia. Ci sedemmo sul divano e versammo due bicchieri di vino. Accese lo stereo: aveva una lunga e graditissima playlist di vintage rock. Iniziammo a parlare del più e del meno per rilassare gli animi. D’un tratto i discorsi si fecero più piccanti. Dopo qualche minuto l’avevo inquadrato. Gli dissi che il suo problema era che quando scopava non riusciva a lasciarsi andare del tutto agli istinti e metteva ...
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