1. Due prigionieri - un racconto porno fantasy


    Data: 25/08/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Tue Racconti Autore: NuovoMenestrello, Fonte: RaccontiErotici.xyz

    ... sull'ano. L'unica cosa che era riuscita ad ottenere erano delle erezioni dolorose e abortite, bloccate dal metallo della gabbia.
    
    Ogni giorno Tea ci provava almeno una decina di volte. Si alzava dal suo giaciglio, con le mani incatenate dietro la schiena, e sollecitava il pene di Gustavo che iniziava a gonfiarsi nella gabbia senza possibilità di drizzarsi davvero. Ad ogni sessione il piacere di Gustavo cresceva, sentiva sempre più i testicoli gonfi, pieni, stracolmi, vogliosi di esplorere. Il desiderio di toccarsi, di masturbarsi, di farsi succhiare, di avere un'erezione completa e magari fottersi Tea era insopportabile. La frustrazione era estrema. Provava piacere, ma non poteva concretizzarlo. Ogni giorno più piacere quasi sempre sull'orlo dell'orgasmo, ma mai l'orgasmo. Non contava più le volte che era stato sull'orlo, e ogni volta era più frustrante. E quella non era nemmeno la parte peggiore.
    Spesso quando le guardie entravano a portare il cibo indugiavano su Tea. La possedevano sul tavolo di legno accanto ai vassoi con la sbobba, in un angolo della cella. La piegano li su, approfittando delle mani legate dietro al schiena e le spingevano il petto il legno, schiacciandole la testa sul tavolo. Poi sputavano sul suo ano e senza troppi complimenti la penetravano analmente.
    Le prime volte era stato doloroso e aveva urlato, già dopo la prima settimana aveva smesso di farle male. Poi, aveva iniziato a provare piacere. Del resto anche lei, con le mani bloccate dietro la ...
    ... schiena, era impossibilitata a procurarsi piacere ma costretta a leccare il pene di Gustavo tutto il giorno e la cosa non la lasciava indifferente.
    
    Proprio in quel momento una delle guardie, quella che Tea sapeva aveva il cazzo più grosso, entrò nella cella portando due ciotole ricolme di una sbobba di verdure. Senza dire una parola poggiò le ciotole sul tavolo e si avvicinò a Tea seduta a terra. La afferrò per i capelli e la trascinò verso il tavolo.
    Lei era completamente inerme, nemmeno più si lamentava. Cercava solo di rialzarsi in piedi per evitare di essere trascinata, ma con le mani incatenate dietro la schiena riusciva solo a scalciate scompostamente. Lui la sollevò e la piegò in avanti sul tavolo in modo che il suo culetto perfetto, sodo e rotondo fosse perfettamente esposto.
    Sputò senza troppi complimenti sull'ano di lei e sfilò il cazzo dai pantaloni. Quindi si afferrò il membro e iniziò a spalmare la saliva sull'ano con la sua possente cappella. Tea riusciva a sentirla chiaramente, spessa e doppia, che carezzava il suo ano preparandolo ad una spietata penetrazione. Quando decise che era pronta, puntò la cappella con forza e spinse. Il buchetto cedette senza troppa resistenza, Tea ormai aveva imparato come subire un'inculata senza soffrire, come rilassare i muscoli per accogliere il membro più grosso e duro come un coltello caldo nel burro. Emise solo un gemito, acuto.
    Gustavo lo sentì, sentì il gemito, ma non poteva vedere perché era di spalle. Fu grato di ...
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