1. Brulichio che m’assale


    Data: 22/02/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Il calore stronca soverchiando immancabilmente ogni cosa, tenuto conto che mi sto assiduamente e formalmente angustiando e al tempo stesso struggendo nel traffico, mentre sento colare implacabile ma lenta una grande goccia di sudore lungo il solco della schiena, e a ben vedere sono solamente le otto e mezzo del mattino. Finalmente arrivo e subito distinguo davanti all’ingresso della scuola in cui insegno un gruppetto di genitori che dialogano.
    
    Io nel frattempo m’incammino riuscendo a mettere a fuoco più soddisfacentemente i singoli volti: una scarica colpisce in quell’istante però accanita e irriducibile la bocca dello mio stomaco, perché &egrave l’immagine d’uno di loro che accompagna silenziosa un’orgia dei miei sensi, ma misteriosamente anche il suo profumo, dato che mi scende giù per la gola come il miele, per il fatto che scioglie il nodo del mio stomaco facendolo irrimediabilmente spasimare. Io compio inflessibile un altro passo e sul suo viso s’apre istantaneamente un bel sorriso: il tempo si ferma per un istante, io dischiudo leggermente la bocca per rubare un respiro che mi scivola ancora più giù, le mie labbra invero pulsano e un rivolo d’eccitazione inumidisce abbondantemente nel frattempo i miei slip.
    
    In quel preciso momento esco vorticosamente dai miei pensieri osceni per un saluto, per il fatto che aggiungo un cordialissimo sorriso, poiché scongiuro contenga e nasconda effettivamente tutta la mia celata agitazione ormonale, io li supero però ...
    ... miracolosamente e proseguo verso la caffetteria all’angolo per fare colazione, sculacciandomi tuttavia mentalmente per quella piccola pervertita e viziosa che sono. Seduta all’aperto viziandomi con un po’ d’ombra gusto il mio cappuccino chiedendomi quanto sia moralmente diabolico e scostumato il mio desiderio d’essere scopata dal papà d’un alunno. Passano soltanto alcuni secondi cercando di formulare e di supporre al tempo stesso la risposta, giacché alzando lo sguardo vedo già lì bene in vista il mio bel papà che mi squadra. Che sorprendente e che stupenda sensazione, non c’&egrave che dire, perché sento già il calore nel mio corpo impennarsi imbizzarrendosi, perché anche lui s’accorge di me: &egrave la fine penso dentro me stessa. Conficco rapidamente la faccia e le mani nella borsa in cerca d’aiuto, estraggo fuori il telefonino con le mani tremanti, però quest’ultimo mi schizza via come un’anguilla, per il semplice fatto che cadendo urta il cucchiaino sul tavolo tuffandosi in conclusione sulla mia gonna bianca macchiandola leggermente. Cazzo, in quella circostanza dandomi della sempliciona afferro la borsa, anzi, m’aggrappo precipitandomi verso il bagno con il viso color bordò e con gli occhi bassi.
    
    Io lotto come una leonessa con quella dannata macchia tra il sapone per mani e l’acqua, giacché sembra quasi sparita, piegata sulle ginocchia mi godo la vittoria, poi quando inaspettatamente la porta s’apre due scarpe da uomo si parano davanti a me, d’istinto alzo gli occhi ed eccolo qui: ...
«123»