1. L'acquisizione


    Data: 20/02/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: honeybear, Fonte: Annunci69

    La punta della cappella scorre lungo il solco che separa i miei glutei sodi. Il liquido prespermatico che esce abbondante dal piccolo orifizio si appiccica alla folta e soffice peluria che li riveste. Una leggera pressione ed ecco che punta dritto al mio buco. La viscosità delle sue secrezioni si miscela alla saliva di cui le leggere increspature sono già bagnate. Il glande si allontana per un istante e torna subito alla carica: lo sento deformarsi contro la mia pelle e sgusciare nuovamente nella spaccatura fradicia.
    
    Mi volto a guardarlo. Quella dipinta sul suo viso è un’espressione di compiaciuta soddisfazione.
    
    Per la maestria con cui è riuscito a sfilarmi l’intimo alla velocità della luce dopo aver vinto le mie resistenze a spogliarmi. E per come la fulminea e sensualissima azione mi ha lasciato con una gamba poggiata al piano del tavolo e l’altra a terra, costringendomi ad assumere quella posizione da trofeo che lo fa tanto arrapare. La lingua che lasciva si passa sulle labbra non lascia ombra di dubbio. Allo stesso modo delle dita che, dopo aver abbassato la camicia scoprendo le spalle larghe e forti si fermano a contorcere e tirare le grosse ciliegie al centro di quel petto scolpito da quotidiani allenamenti in palestra. La pelle sembra disseminata da una fitta rete di aghi sottili e acuminati: i peli in ricrescita danno questa impressione. E contribuiscono tuttavia a marcare perfettamente la linea degli addominali che si muovono al ritmo del bacino.
    
    E che dire ...
    ... di quegli occhi neri? Ora sembrano ardere come il fuoco che gli scorre dentro…
    
    Starei a contemplarlo per sempre, ma le dita che si posano sotto il mio mento indicano che qualcun altro mi reclama. Con dolcezza sistemano lo slip che, impregnato dei miei umori, mi chiude la bocca.
    
    Ci giocano per qualche istante accentuando il leggero senso di nausea e soffocamento che già provo dopodiché lo sfilano lentamente perché due labbra morbide e carnose vogliono prendere il suo posto. Scattano le lingue che si aggrovigliano furiose mentre vacillo cadendo leggermente verso di lui. Mi aggrappo prontamente ai suoi pettorali. Sento i suoi capezzoli sotto le mie dita. Glieli pizzico. I suoi sospiri muoiono nella mia gola. Lascio le mie mani risalire lungo la cravatta di seta.
    
    Gliela allento.
    
    Lui finisce di toglierla e me passa intorno al collo.
    
    Inizio a sbottonargli la camicia che vola a terra. Ora i capezzoli sono lì, duri e tesi a pretendere le meritate attenzioni. Inizio a massaggiarglieli per poi tirarli con dolcezza. Sbuffa mentre nasconde il viso nell’incavo della mia spalla: è incapace di resistere a quel piacevole supplizio e la riprova è costituita da quelle piacevoli oscenità che una troia che si rispetti esige di sentirsi vomitare addosso nell’intimità. Serve a farle capire che sta giocando nel modo giusto oltre che a stimolare la sua fantasia e ad accrescere il livello di eccitazione.
    
    La sua barba mi solletica, ma l’effetto dei suoi baci su quel lembo della mia ...
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