1. Era giovedì sera...


    Data: 01/10/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: honeybear, Fonte: Annunci69

    ... nulla fosse accaduto. Non so se per la paura, da parte di papà, che io potessi in qualche modo sputtanarlo davanti a mia madre e mio fratello, o forse perché quello che aveva paura di essere sputtanato ero io…
    
    Non ci fu praticamente più modo di rimanere soli. Almeno fino a stasera…
    
    In silenzio ripuliamo la cucina prima di sparire ognuno alla vista dell’altro.
    
    Chiuso in camera, più che concentrarmi sulla preparazione del cazzo di esame di fisica di domani, il pensiero torna martellante a sette giorni prima. E la mano si fa strada nelle mutande afferrando un cazzo duro come il marmo…
    
    Mi spoglio alla velocità della luce e scompaio nella doccia. L’acqua calda che scorre non si porta via né i pensieri né il desiderio…
    
    Finisco di asciugarmi e abbandono l’accappatoio al suo destino.
    
    Nudo mi sdraio sul letto e spengo la luce.
    
    Inconsciamente ho assunto la sua posizione.
    
    Lascio che la mia mano mi scappelli e che, mentre chiudo gli occhi, parta dolcemente.
    
    Non ho un dildo per cui mi faccio strada tra le mie guance pelose con le dita della mano libera. Cerco il buchetto. Ci giro intorno con il medio umido e piano piano lascio entrare una falange.
    
    “Aaaahhh…” mi eccito all’idea che ora ci possa essere lui dietro quella soglia a spiarmi…
    
    Ma non è la fuori.
    
    Sento la sua mano forte afferrare la mia asta dura… Glielo lascio fare.
    
    Quando apro gli occhi incontro mi perdo nell’azzurro dei suoi. Le labbra carnose incorniciate da un filo di barba si chinano ...
    ... sulle mie. La lingua chiede di entrare nella mia gola. Glielo concedo, mentre il lavoro di mano si fa più veloce.
    
    Con delicatezza mi libera il buco per far posto alla plastica lubrificata di un glande che non è il suo.
    
    “È… È troppo…”
    
    “Shhhh… - mi rassicura - …Ti piacerà vedrai…”
    
    Si solleva esibendo la sua erezione.
    
    “Vuoi toccarlo?” mi chiede accarezzando la sua mazza nella penombra.
    
    “Sì ... Mi toccherai anche tu? Ancora?”
    
    “Certo. – la sua voce ferma e profonda mi rassicura, mentre torna a lavorarmi l’uccello - Ti piace?”
    
    “Sì… Molto…” afferro il suo cazzo per apprezzarne appieno durezza e dimensioni.
    
    Ma non ha intenzione di fermarsi lì a giocare.
    
    “Che mi dici di questo?” chiede leccandosi la punta del dito e perforandomi il buco vincendo la debole resistenza della mia libidinosa rosellina.
    
    “Ahh… - il dolore è fastidioso, il respiro affannato. L’eccitazione al culmine. - …È… È meravigliosooohhh…”
    
    “Sì, vero? – mi sorride papà – Con Giulia è impensabile qualcosa del genere… E il meglio arriverà tra poco…”
    
    So a cosa allude: il dito è solo l’antipasto.
    
    La portata principale è quel grosso affare con cui stava giocando lui e che mi ha salutato poco prima…
    
    Da non so dove spunta un barattolo. Intinge la mano ricavandone una sostanza gelatinosa e trasparente. Me la spalma intorno al buco rendendolo liscio e morbido.
    
    “Cosa… – il respiro si fa di nuovo affannato mentre riprende a sditalinarmi – Cosaahhh… Vuoi fare?”
    
    “Ti farò sentire meglio ...