1. Il notaio


    Data: 23/08/2021, Categorie: Incesti Autore: passodalfiume, Fonte: EroticiRacconti

    ... ogni tanto la infilava nelle mie mutandine, a suo dire ,per verificare che per l'emozione non le stessi bagnando ,per me fu impossibile non farlo, cosi mi convinse a disfarmene ,mi aiutò a togliermele mi asciugò la passerina con il suo fazzoletto e se le mise in tasca, un attimo prima che un omone dal colorito olivastro ben vestito apparisse dalla porta, era la persona che eravamo venuti ad incontrare, mi presentò al suo amico e a lui mi lascio per il colloquio, da li in poi dovetti fare da sola.
    
    Dopo neanche dieci minuti di chiacchierata ,visto che l'orlo della mia mini non ne voleva di restare al suo posto era salito verso il paradiso, resosi conto che non indossavo gli slip ,mi chiese con marcato accento meridionale se era stata un idea mia o di mio padre.
    
    Imparai più tardi che era napoletano, razza che non mi era mai stata molto simpatica ma, tenni per me i miei pregiudizi e gli confermai che i suoi sospetti erano in parte corretti si trattava di una scelta condivisa, lui sorrise malizioso , qualcosa mi disse che tra lui e il mio papà non c'erano solo questioni d'affari.
    
    Fece il giro della scrivania rimase in piedi d'avanti a me osservandomi dalla testa ai piedi dicendomi che ero sul serio una bella Guagliòna ,ragazza nel suo dialetto.
    
    Anche se doveva essere un apprezzamento mi diede un po' fastidio come molte cose che arrivano da quella terra zozza, non feci il tempo a fingermi grata per il complimento e a ringraziarlo che lui gentilmente mi prese una mano ...
    ... e se la mise sul cavallo dei suoi pantaloni eleganti aiutandomi a massaggiargli il pacco, che ad ogni passaggio si faceva più grosso.
    
    Quando mi invitò a dare aria al suo o' capitone senza recchie indicando ancora una volta con quel fastidioso idioma da zingaro cafone, il suo uccello.
    
    Pensai che doveva essere una prova di fiducia, mio padre mi aveva detto che si trattavano affari grossi in quello studio, forse persino loschi pensai io, roba di camorra mi dissi, visto il fatto che si trattava di un meridionale e di un napoletano per giunta.
    
    In quel tipo di ambiente, di certo non poteva essere sicuro di me solo perché ad averci presentato era stato uno che conosceva.
    
    Cosi, anche se lui non aveva fatto alcuna esplicita associazione tra quello che stava accadendo e il posto di lavoro, ero intenzionata a mettere da parte ogni mia considerazione personale sul suo popolo e dimostrargli di essere degna di fiducia, per farla breve gli succhiai il suo grosso cazzo marrone da meridionale li seduta stante.
    
    Mi meravigliai per la sua accurata igiene, la canzone che spesso anch'io avevo intonato andando allo stadio a Torino a tifare Juventus, non trovava riscontro, il suo pesce, come lo chiamava il notaio fissato con metafore ittiche, non aveva sapore particolare anzi odorava di borotalco e crema idratante , solo la capocchia definiva la cappella del suo cazzo lui, dandomi precise indicazioni su come favorirlo ,era un po' speziata, fu un po' rude quando preso dall'entusiasmo ...