1. La mia amica Paola


    Data: 14/08/2021, Categorie: Etero Lesbo Sesso di Gruppo Autore: Moni, Fonte: RaccontiMilu

    ... serietà da lei.
    
    Paola non si scompose, e replicò: “Mi va benissimo, Monica. Sul lavoro io starò alle tue direttive e ti assicuro che non ti lamenterai. Ma, finito il lavoro, tu obbedirai ai miei desideri ed ordini. Ok?”.
    
    “Va bene, ci sto” risposi io con un sorriso.
    
    Effettivamente nei giorni seguenti Paola fu davvero brava sul lavoro, mille volte più efficiente e sveglia della mia precedente collaboratrice.
    
    C’è da aggiungere che Paola era sì altamente professionale, ma veniva in studio vestita sempre in modo provocante. Elegante, di gusto, ma sempre con un tocco di malizia: una gonna molto corta, una camicia un pò trasparente, una calza provocante… Insomma, riusciva ad avere un abbigliamento adeguato, ma sempre stimolante. Come, peraltro, piaceva anche a me.
    
    Seguiva il mio gusto e sembrava che le piacesse sentirsi gli occhi addosso. Gli occhi dei clienti, quelli del postino, quelli del portiere e… anche i miei!
    
    Aveva anche aggiunto un tocco di stile: un giorno si è presentata in ufficio con un paio di occhialini con la montatura nera. “Non sapevo portassi gli occhiali” dissi io. “E infatti non li porto” rispose lei, “hanno le lenti neutre, ma pensavo ci stessero bene nel mio nuovo lavoro di segretaria.. mi rendono più professionale, non trovi?”.
    
    In realtà, la rendevano solamente più sexy.. e lei lo sapeva benissimo.
    
    Le stavano molto bene con i suoi capelli neri a caschetto e il rossetto sempre rosso intenso.
    
    Finché un giorno, alla fine dell’orario ...
    ... di lavoro, si presenta in stanza da me e, con tono perentorio, mi dice: “Adesso basta lavorare, Monica.. posa la penna..”.
    
    Si avvicina con il suo fare da gatta, butta giu dalla scrivania i fascicoli e le carte, e si siede sul tavolo di fronte a me.
    
    Io rimasi impietrita, paralizzata dalla carica erotica che Paola emanava con tutti i suoi gesti e con tutti i suoi sguardi.
    
    Il desiderio di baciarla era fortissimo, ma capivo di dovermi trattenere e lasciarmi guidare da lei nel gioco.
    
    Lei indossava una minigonna e una camicetta bianca.
    
    Con un gesto felino fece volare via le scarpe e mi appoggiò i piedi sul petto.
    
    Seduta sulla scrivania di fronte a me, le sue gambe fasciate nelle autoreggenti nere si allargavano e si chiudevano in maniera biricchina, lasciandomi intravedere le mutandine di pizzo.
    
    Poi, indietreggiò con il sedere, mi appoggiò i piedi sul petto, e si distese all’indietro.
    
    “Adesso, da brava, Monica, fà il tuo dovere”.
    
    Il suo ordine era così piacevole da eseguire che non mi lasciai pregare..
    
    Avanzai con la mia poltrona verso di lei, e tuffai la mia faccia sul suo sesso.
    
    Il suo odore era buonissimo e intenso… passavo le mie labbra e il mio naso su e giu dal monte di venere fino all’ano..
    
    Poi, le sfilai le mutandine e cominciai a leccarla: la mia lingua faceva dei lenti giri sulle grandi labbra, poi lentamente passava su e giu fino ad entrare nella fessura che cominciava a rilasciare un nettare buonissimo, un liquido divino di cui mi ...