1. 203 . Laura, suo fratello, la sensuale attesa e…


    Data: 05/02/2018, Categorie: Autoerotismo Etero Incesti Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    Alessandro, la tua voce calda, disturbata dal ronzio monotono dell’auto che viaggia, mi dice che stasera farai tardi, sensuale mi sussurra di non aspettarti sveglia, rammaricata mi annuncia che se riesci arrivi per mezzanotte, con amore mi lascia l’incertezza sublime, la sorpresa ed il desiderio d’attenderlo.
    
    Mi chiamo Laura e di Alessandro sono l’amante segreta.
    
    La sua attesa è sempre dolce, ma in questi frangenti mi coglie la bramosia d’averlo subito mio. Sento la marea salire dentro, l’onda gonfiarsi e rompersi a riva.
    
    Quand’ero bambina e l’estate era lunga, e l’estate era il mare, amavo quei giorni di vento in cui la mamma diceva ‘oggi non andiamo in spiaggia’, ma poi si lasciava convincere, e in spiaggia ci portava lo stesso. Rammento che in cambio lei pretendeva che noi tenessimo la canotta. E poi ci vietava di fare il bagno perché c’era mare grosso e la bandiera rossa sul palo.
    
    Attendo Alessandro e chiudo gli occhi, e prendo il largo, mi lascio scivolare sul divano lanciando le scarpe sul pavimento, il più lontano possibile. Una fa toc mentre colpisce la libreria. L’altra scivola sul pavimento e finisce contro la porta.
    
    Poi la mamma cedeva ancora e ci lascava togliere anche la canotta. Il mio era un petto di bambina quello che liberavo felice, non ancora di donna, ma già allora sentivo forte la gioia d’appartenere al gentil sesso. Tu, mio compagno di giochi da sempre, con il tuo costumino rosso, correvi e poi assieme a me scavavi gallerie nella sabbia, ...
    ... la stessa sabbia che poi mi gettavi addosso e fuggivi via correndo.
    
    Quando insistente frignavo e tediavo la mamma, lei esausta cedeva, ed acconsentiva a farci fare un bagno in quel mare che io anelavo m’avvolgesse. Ma attenta e premurosa lei ci seguiva con apprensione dalla battigia.
    
    ‘Non andate troppo al largo!!’
    
    Allora, a pochi metri da lei, giocavamo con le onde, da esse ci facevamo prendere, sollevare e spingere a riva, io con i capelli colanti ed arruffati, intrisi e sbarazzini, e tu con la tua spazzola ispida in testa uscivi stanco per andare a sederti sotto l’ombrellone. La mamma non mi perdeva mai di vista, mentre io con voce squillante, argentina, ridevo di gioia e mi tuffavo di nuovo e di nuovo e poi ancora e ancora, all’infinito, fin quando la mamma veniva a recuperarmi e mi conduceva sull’asciugamani e ci spogliava entrambi avvolgendoci negli asciugamani. Per me il piacere non era mostrare quelle piccole e acerbe montagnole, non era esibire il sederino perfetto, non era l’adulto e ancor lontano pensiero di toccare o farsi stringere dalle mani affamate di un ragazzo, era invece il grande ed innocente piacere, di sentire il vento giocare sulla mia vergine pelle. In quei momenti durante i quali il mio corpo nudo rappresentava la libertà e l’innocenza, mi sentivo felice e avrei voluto che quelle giornate non finissero mai.
    
    Amo da sempre il mare e dentro la mia ‘barca vuota”, dentro a questa casa vuota, in questo momento non c’è Alessandro. La mia zattera è ...
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