1. Bene


    Data: 03/08/2021, Categorie: Etero Autore: ilnomenonconta, Fonte: Annunci69

    ... preambolo del culo. Che appare poco dopo e che invade tutto il mio campo visivo e percettivo, che mi accarezza la bocca e le guance, che è morbido e che è tondo e che si muove, sotto di me, sotto la mia faccia. Per lunghi attimi lo abbraccio e lo lecco, a lingua aperta come un gatto, prima la chiappa sinistra poi il coccige poi a destra, lucido di saliva, come un gatto mi ci passo gli occhi e la fronte e il viso, ti agiti, schiacciata sul divano.
    
    Spossato mi sposto più giù, appoggiando I bulbi oculari sulla parte più bassa delle tue natiche e infilando il naso nello spazio all’inizio delle gambe. Inspiro, inspiro forte e l’odore della tua fica mi invade le narici, mi invade il cervello. Inspiro ancora e sono bambino, sono in un prato e ci sono delle mutandine con I cuoricini rossi, è notte e sto volando e l’aria sa di torta calda e nulla ha senso veramente.
    
    Inspiro e tendo la mia lingua verso l’umido che so che c’è e che trovo. Sempre volando, proteso in avanti, collo innaturalmente curvato, inspiro e lecco di punta e le gocce mi entrano in bocca e si accumulano ai lati, e non capisco più niente e lecco, forse piango, ci sono molti liquidi, ingoio, lecco ancora infilandoti in pratica il naso nell’ano, nel buco di quello splendido culo. E il tuo culo si alza come attratto da una forza invisibile, come se le tue chiappe si fossero riempite di elio si alza e si apre e mi chiama, ed io allora lo bacio. Passo la lingua su quel lieve monticello morbido e pastoso, prima ...
    ... leggera poi insisto, e lecco e il monticello si fa vulcano e mi insinuo e lecco e sputo poi rilecco, mi insinuo dentro di te, dove non si dovrebbe, dove non è sano, dove non si fa.
    
    Tu ti muovi, gemi e ti agiti, il tuo culo si alza ancora e mi rimetti in faccia la fica, ti abbraccio e ci affondo quanto riesco, sino a sentire l’aspro, sino a bere.
    
    Dunque, approfondiamo la cosa.
    
    Manovra nel più breve tempo possibile per non perdere il filo, per non perdere la poesia, e troviamo una posizione più consona.
    
    Ora posso osservare da vicino, contemplare per un attimo la forma graziosa del tuo pube, il contrasto dei corti riccioli scuri sulla pelle chiara, che –girati un po’- varia dal bianco caldo della lampada all’azzurrognolo intermittente della televisione.
    
    Te la lecco ora gentilmente, limitandomi alle labbra, un po’ qua e un po’ là, quasi distrattamente, con ritmo zoppicante, con crescendo interrotti e variazioni sul tema, per tenerti sulle spine.
    
    Sembra piacerti questa tenera tortura, e --- mi avvicino sempre più al clitoride, ma senza conivolgerlo direttamente, ancora no. Premo più forte, mi piacerebbe avere due lingue per circondartelo adeguatamente, sempre più forte, anche labbra e naso e mento ora aiutano mentre la mano sinistra pettina I peli e massaggia e impasta, e la lingua corre e vaga e ogni tanto scende a rifornirsi di umido e sale e si avvicina. Ruoto lentamente il corpo senza staccare le labbra dalla tua fica e appoggio un ginocchio sul suolo, poi l’altro, ...