1. Stefania zero uno - il risveglio


    Data: 10/06/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: VicentinoGrey, Fonte: EroticiRacconti

    Fosti tu la prima a destarti e avesti la pessima idea di andare in bagno a farti una doccia senza chiedere il permesso all’inflessibile Lena. Quando udimmo lo scroscio dell’acqua, io continuai a sonnecchiare, ma Lena, invece, si alzò di scatto ed entrò nel bagno ad apostrofarti con una serie di colorite ingiurie. Non del tutto soddisfatta, volle entrare nella cabina doccia, ti fece inginocchiare e poi si liberò la vescica sui tuoi seni, per disprezzarti platealmente. Non intervenni e neppure tu volesti usare la safe word: subire la pioggia dorata sotto l’acqua della doccia è un’umiliazione sopportabile. Di certo si rilevò per te molto più umiliante obbedire all’ordine successivo: Lena volle farti vestire da puttana, facendoti indossare degli short azzurri elasticizzati nonché una leggera camicia bianca annodata sul ventre e senza intimo. Trucco vistoso e sandali con tacco alto completavano la mise di battona. «Andiamo a fare shopping al centro commerciale» ti disse e io vidi i tuoi occhi sgranati per il terrore di girare in pubblico in quelle condizioni. Lo specchio della camera rifletteva l’immagine di una troia da bassifondi, con tanto di zoccolo di cammello evidenziato dagli short. Sapevo che essere mostrata in pubblico in vesti non consone ti disturbava parecchio. Mi guardasti, in cerca di umanità o forse solo di un segno di mediazione, di mitigazione di quella prova che per te intaccava la moralità.
    
    Mi suscitavi una lieve forma di compassione e una forte eccitazione. ...
    ... Risposi al tuo sguardo implorante con un secco «Andiamo!»
    
    Passeggiare in quelle condizioni tra il pubblico del sabato pomeriggio fu uno spasso per me e Lena. Per te fu una prova terribile. Ce ne accorgemmo dopo pochi metri dal numero di teste che si giravano al nostro passaggio e dagli echi dei commenti volgari che seguivano spesso i nostri passi. Alla seconda vetrina davanti a cui sostammo mi accorsi sul riflesso del vetro che gli short azzurri stavano diventando scuri proprio all’altezza delle tue labbra. L’umiliazione ti stava facendo sciogliere: essere costretta a mostrarti come una prostituta ti dava nuovi eccitanti stimoli. Anche Lena colse questo dettaglio e rincarò la dose «ti piace girare in mezzo alla gente come una puttana, eh? Adesso però voglio togliermi un’altra soddisfazione».
    
    Ti condusse in un bar dove acquistò dei gelati tra cui un calippo e ti costrinse a succhiarlo come fosse un membro maschile, mentre continuavamo la nostra passeggiata tra le vetrine.
    
    Gli sguardi dei ragazzi che incrociavamo erano lascivi e volgari e i ghigni dipinti sulle loro facce entravano nel tuo corpo come spilloni. Ti sentivi profondamente umiliata e allo stesso tempo incredibilmente eccitata dalla sensazione di aver perso ogni incombenza sul proprio comportamento. La tua volontà aveva cessato di valere e il tuo corpo era destinato al mio e al compiacimento di Lena. Per te era un sollievo vedere il sorriso sui nostri visi e il degrado a cui eri sottoposta era più facilmente ...
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