1. Un fantastico orgasmo rettale: il bastone e la carota.


    Data: 09/06/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Honeymark, Fonte: Annunci69

    Il bastone e la carota.
    
    Non vedevo Marzia da quasi un anno e decisi di mandarle un messaggio.
    
    - Sei viva? Come stai? Hai voglia di una seduta… creativa?
    
    Sapeva cosa intendevo dire. Io e lei abbiamo un rapporto di intimità estremamente particolare, dove posso articolare il sadomaso entro binari precisi. Voglio dire che so cosa posso farle e cosa devo evitare.
    
    Ovviamente si tratta di sedute piuttosto invasive, per cui tra una e l’altra passa necessariamente un bel po’ di tempo. Era il nostro segreto assoluto, ma solo così avrebbe potuto durare nel tempo.
    
    - Cos’hai per la testa? – Mi chiese in un messaggio di risposta il giorno dopo.
    
    Il fatto che avesse atteso un giorno era positivo perché voleva dire che ci aveva pensato, ponderando i pro e i contro. Spesso, quando la donna scopre la propria indole masochista, cerca di evitarla. Non ne vuole proprio parlare neanche con il suo analista, ammesso che ne abbia uno. Ho più di un’amica che si è scoperta questa particolare attenzione e che vuole evitare in toto l’argomento.
    
    Con Marzia invece sono riuscito a farla parlare, sia perché sono riuscito a nutrire fiducia nei suoi confronti, sia perché entrambi pensavano che il tutto sarebbe stato un rapporto esclusivamente a parole. E invece è stato proprio quel lungo dialogo via email delle nostre piccole perversioni naturali che siamo arrivati a definire i campi.
    
    Poi – come i lettori che hanno letto alcuni miei racconti sanno – abbiamo avuto l’occasione di ...
    ... provare e ce l’abbiamo fatta. Io devo avere sempre la testa sulle spalle e lei deve avere… il culo a posto.
    
    - Ho per la testa «Il bastone e la carota», – le risposi alla fine.
    
    - Mi vuoi trattare come un asino? – Mi aveva scritto in tono canzonatorio.
    
    - Molto meglio, – le dissi. – Come una donna.
    
    Passò altro tempo, perché non le era facile trovare una serata libera per entrambi da passare in tutta serenità. Finché una sera, alle 21.30 come d’accordo, suonò al mio appartamentino.
    
    Aprii, la feci entrare e la baciai sulla guancia. Notai che non portava i pantaloni.
    
    - Porti le mutandine? – Le chiesi.
    
    - Controlla, – rispose.
    
    Era il nostro modo di cominciare.
    
    Se le portava, niente serata sadomaso, solo una serata per così dire normale. Se non le portava, potevo andare avanti. Era il suo modo di dire Sì.
    
    Mi inginocchiai e risalii con la mano sotto la gonna, gustandomi la situazione come se fosse la prima volta. Arrivai alla fine della coscia e salii ancora fino ad accarezzare il culo, mentre lei portava il peso del corpo all’altra gamba per lasciarmi controllare. Come avevo immaginato, non le portava. Altrimenti non sarebbe venuta con le gonne. L’uccello gradì sia la carezza che l’autorizzazione a procedere.
    
    Come sempre non dissi nulla e cominciai a preparare la serata. Andai nella stanza vicina e lei mi seguì.
    
    In centro non c’era più la brandina massaggi, tipica del nostro sadomaso soft, ma una cavallina da palestra. Non mi era stato facile trovarla e ...
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