1. Un fantastico orgasmo rettale: il bastone e la carota.


    Data: 09/06/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Honeymark, Fonte: Annunci69

    ... ancora meno portarla in casa. Ma adesso c’era e lei provò un certo stupore.
    
    - Spogliati, – le dissi. – E mettiti in posa.
    
    Andai in cucina e presi la cesta con la roba che avevo preparato. Si trattava di un mazzo di carote di varie misure con tanto di gambi verdi ancora attaccati. Le avevo lavate tutte, le avevo disinfettate e risciacquate. C’erano altre cose, tra le quali alcuni limoni, pure lavati. L’igiene deve essere sempre al di sopra di tutto.
    
    Accesi la musica di sottofondo e tornai in sala, dove Marzia si era già denudata. Stava come sempre in piedi con le gambe leggermente divaricate e le mani sopra la testa. Questo mi consentiva di palparla in maniera volgare e invadente, il modo migliore per introdurla alla fase successiva. Quindi appoggiai la cesta e mi misi davanti a lei. Come sempre le palpai le tette platealmente, facendola arrossire. Poi mi misi di fianco e portai le mani al culo e alla figa. Con la mano destra insinuai il medio a cercare il buco del culo e la sinistra ad avvolgerle la figa. La feci bagnare e ritenni che fosse pronta per la sessione del bastone e la carota.
    
    Le misi la scaletta per aiutarla a sedersi sulla cavallina e lei lo fece senza attendere disposizioni. Io le guardai le intimità che mostrava per cavalcare l’attrezzo ginnico, provando un certo piacere profano.
    
    Poi la piegai in avanti e le legai i polsi sotto la pancia della cavallina. Adesso era a 90 gradi, costretta a mostrarmi il buco del culo e la figa da dietro, ...
    ... impossibilitata a coprirsi con le gambe che doveva tenere per forza allargate e meno ancora con le mani che erano fissate sotto. Mi portai dietro e cominciai a studiare le sue intimità.
    
    Non è una cosa da poco studiare le intimità. È l’approccio fondamentale, altrimenti perché non fare una sveltina e via? È come un rito che deve appagare entrambi. Un prologo che va gustato lentamente, quasi a freddo come la vendetta.
    
    Mi avvicinai col viso in modo che sentisse la presenza impalpabile del mio sguardo. Le natiche erano tonde e tese per via della posizione divaricata, il buco del culo non era più protetto dalle natiche. L’ano aveva il bordo zigrinato, a dimostrazione che a volte viene allargato molto, ma perfettamente elastico e quasi invisibile. Sotto ci stava la figa. Neanche un pelo fuori posto: pelosa solo davanti e un perineo intonso.
    
    Marzia si sapeva tenere e mantenere, per questo la gratificai palesando la mia presenza. Anzitutto con il fiato. È la carezza ritmata dell’alito nella fessura del culo che rappresenta il vero legame tra il mio sguardo e il suo essere guardata. Qualche sfioramento deve essere dato con la massima cautela. Deve sentire quasi per sbaglio che le mie guance sono maschie, cioè tradite dalla barba appena nata. E quella carezza della sera deve diventare quella voglia di avventura così come cantata dai New Trolls. Il tocco delle dita deve essere morbido e timido, che si ritrae non appena ascoltato il piacere delle pieghe, della fessura, delle grandi ...
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