1. Impaziente per quello svago


    Data: 30/01/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... baciò il suo ombelico, fino a sentire un fremito sotto la pelle e giunse dove voleva giungere. Le allargò le gambe e si soffermò a guardarle quella pelosissima la fica per qualche istante: rosa, bagnata e pulsante dei rivoli del suo stesso godimento: rapidamente con foga ne ingoiò il sapore come l’acqua nel deserto, facendo del suo clitoride un solo boccone. La sua lingua era abile ed esperta, giacché sapeva muoversi intorno a ogni inesplorato percorso, dato che entrava e usciva, s’allargava e si stringeva al ritmo dei suoi sospiri. Lui le baciava le labbra e con dei leggeri morsi le faceva sentire talvolta anche i denti. Le sue mani ormai avevano il totale controllo dei suoi glutei, che spontaneamente sembravano ammorbidirsi e indurirsi in modo simultaneo per favorire il piacere come in una danza ritmata.
    
    A questo punto era interamente sua, era sedotta, era libidinosa, era trepidante e in tal modo s’arrese, perché la sollevo da terra e l’adagiò su di lui nella posizione della smorza candela infilandosela addosso per dondolarla accortamente con le sue stesse spinte, lei divenne svenevole dal piacere e chiaramente sopraffatta dal calore del suo membro che l’invadeva profanandola in profondità. Lui la ...
    ... voleva ancora e quando sentì d’avere rotto la sua diga la girò di spalle, lei inarcò a quel punto con dovizia il sedere in un gesto spontaneo e da dietro sentì prendersi con una mano il ventre, intanto che il suo cazzo duro la scopava fra lo spasimo e il piacere: vari affondi cadenzavano le sue evidenti urla di godimento, visto che sembravano preghiere e suppliche, lui si sentì borioso, tronfio, pieno, pronto sennonché a inondarla, giacché sborrò di gusto all’interno della sua fica emettendo in conclusione un altisonante respiro per accasciarsi poi su di lei, rimasta nel frattempo ancora intontita, timorosa e tremante per quell’amplesso così poderoso appena vissuto.
    
    Nessuno dei due conversò per circa mezz’ora, perché si captava chiaramente soltanto il rumore del vento fra le foglie e lo scorrere perenne dell’acqua, in seguito lui la baciò sul ventre e sulla bocca, in seguito vestendosi per avviarsi le riferì:
    
    ‘Bada bene, da domani t’avvicinerai al rifugio a questa stessa ora. Mi raccomando però, aspettami lì nuda, puntualmente come ti ho conosciuta oggi’.
    
    Da quel giorno, tutte le sue corse, ebbero come unica intenzione e come irripetibile destinazione solamente il suo ventre.
    
    {Idraulico anno 1999} 
«123»