1. L’educazione di mia cugina


    Data: 07/05/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Incesti Autore: Elimo, Fonte: RaccontiMilu

    Bigotta, capricciosa e volubile, così giudicavo mia cugina Martina, figlia unica di una mia zia, rigida e religiosa, e di mio zio, distratto e un poco svampito: una professoressa ritenuta acida e scostante per i suoi allievi e molto riservata e alquanto antipatica per i colleghi.
    
    La si poteva definire una classica stronza, che seppur bella figa – con un gran bel paio di tette tanto rotonde e sode che i reggiseni trattenevano a stento – per il suo carattere acido e perbenista, sin da giovane aveva avuto poche storie, fino a sposare un marito remissivo e servizievole, ma ricco abbastanza, che subiva in silenzio ogni suo capriccio. Dal canto suo Martina, non potendo avere figli e con pochi amici, in genere coppie anziane della parrocchia o altre maestrine dalla penna rossa e blu…recriminava il suo essere sposa delusa ed incompresa, trascinando quel matrimonio a strattoni con alterne sequenze di separazioni e ritorni in famiglia, apparendo tanto chiusa e scontrosa verso agli estranei, quanto capricciosa e volubile verso i familiari.
    
    Eppure malgrado i suoi quaranta e passa anni, Martina era una bella signora, giovanile ed in gran forma grazie ad un uso regolare di creme e di palestra… peccato sembrasse di pietra. Scherzando con amici definivamo la strada per la sua figa, paragonabile ad un percorso di guerra per conquista di un barattolo ancora sigillato di yogurt magro. Del resto si era fatta una fama terribile e anche i volenterosi che ci avevano provato, avevano subito ...
    ... battuto ritirata… Martina infatti, non perdeva occasione per manifestare una sua naturale scontrosità al sesso con piccate espressioni di disapprovazione per i sempre troppo facili costumi altrui… mentre i suoi discorsi o giudizi avevano sempre un taglio puritano, disarmante per chiunque ci volesse anche solo pensarci, provarci, illudersi. Il suo motto era “gli uomini sono tutti dei porci e non pensano ad altro.”
    
    Certo non poteva essere stato facile avere una propria sessualità con una madre tanto invadente e diffidente, sempre pronta a giudicare e censurare duramente; certo doveva essere stata grande la frustrazione recondita e infantile di mia cugina di non essere mai abbastanza “adatta” a quel perbenismo materno, ma alla fine Martina , in quei “non si fa”, “non si dice”, “non è giusto”… ci si era imprigionata e nel giardino delle sue emozioni era cresciuta solo l’erba amara del “non debbo” e dei “non voglio”con cui Martina aveva chiuso a chiave sesso e piacere, avvolgendoli in una pellicola di doviziosa abitudine, sigillandoli sotto vuoto al richiamo delle occasioni.
    
    Certo forse talvolta la follia di un nonnulla, avrà scatenato i fantasmi della lussuria, ma è certo che la immediata, successiva vergogna, avrebbe presto raccolto tutto e cancellato ogni gesto e pensiero sconveniente, come se questo non fosse mai esistito, ripristinando quella sicura e grigia frigidità, apparente e sostanziale.
    
    Date le premesse non fu il caso ad avere effetti dirompenti, quanto una ...
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