1. Il treno delle 5


    Data: 04/05/2021, Categorie: Trans Autore: raccontami, Fonte: EroticiRacconti

    - [ ] Ancora non mi capacitavo di come facevo ad essere già sveglio a quell’ora e a vagare per la stazione ferroviaria in mezzo al gelo di dicembre. Il deserto che mi circondava mi dava quasi ad intendere che fossi l’unico sfortunato che doveva recarsi il sabato mattina fuori città per lavoro così presto, fortuna che scrutando il tabellone, il treno risultasse già sul binario così non tergiversai, lo raggiunsi è salii a bordo per riprendere temperatura. I posti a sedere (per mia somma gioia) erano racchiusi in cuccette, il che garantiva una certa privacy una volta trascinate le tendine sulla porta d’accesso: non amo molto il contatto con le persone, soprattutto a quell’ora. Mi accomodai nel primo posto a sedere verso la porta dei sei disponibili ed iniziai a giochicchiare con il telefono per una decina di minuti poi arrivò Lei: giunonica, lunghi capelli biondi, a giudicare dall’abbigliamento stava probabilmente rientrando a casa dopo una serata in qualche locale della zona. La vidi passare di sfuggita dal vetro mentre attraversava il corridoio in cerca di un posto a sedere: sapete quei secondi che ci sembrano durare giorni? Era esattamente uno di quelli. Fui estremamente incuriosito da quell’immagine a quell’ora che non riuscii più a togliermela dalla mente. Passi lungo il corridoio. Arrivano nella mia direzione. Eccola. Entra nella cuccetta e si siede nella fila in fronte a lato del finestrino. Ha il telefono appoggiato all’orecchio mentre rovista freneticamente nella ...
    ... borsetta. Cerco di scrutarla senza farmi notare troppo: l’eyeliner pesante contorna gli occhi di una creatura un po’ segnata dall’età ma estremamente affascinante e quei tratti androgini mi incuriosiscono sempre di più. “Katia vedi che sto prendendo il treno, mi raggiungi in stazione? Eh grazie che almeno non me la faccio a piedi che si muore dal freddo! ......... ecco brava! Ti bacio cara! Un bacio! Ciao, a dopo! Ciao!”. Dalla breve conversazione telefonica intuiscono dalla cadenza femminile esasperata delle sue parole che la mia compagna di viaggio è una transgender: un’affascinante transgender, non una bellezza oggettiva ma personalmente rispecchiava un po’ lo stereotipo della donna matura delle mie fantasie e per quanto mi sforzassi non riuscivo a togliere gli occhi da quelle gambe imponenti strette nel nylon delle calze che la minigonna permetteva di ammirare. Non mi aspettavo nulla, ogni tanto buttavo l’occhio su di lei e cercavo di catturare qualche particolare, lei si sentiva osservata, mi rivolgeva lo sguardo e io tornavo sul telefono come se fossi del tutto indifferente. Si portò alle orecchie gli auricolari, rimase paio di secondi in silenzio e poi “Katia, sono di nuovo io! Eeeeeh che palle! Portami il cavetto che ho il telefono scarico! E fammi sto favore, va! ..... mah più o meno, non c’era tanta gente ..... no, no. Niente ...... ma cosa ti devo dire? Se non c’era niente, non c’era niente oh! ..... poco, due drink ..... non sono ubriaca ma guarda che sei stupida eh!” ...
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