1. Mamma di periferia - terzo episodio "La cena"


    Data: 04/05/2021, Categorie: Incesti Autore: giorgina, Fonte: EroticiRacconti

    L’altro ieri, non avendo impegni urgenti, mi sono persa nel letto per dormire un poco di più. Mio figlio già sveglio si muoveva per casa.
    
    - Bene – pensai, - si alza per andare a scuola. - Mi rammaricai di non avergli preparato la colazione, ma ormai non avrei fatto più in tempo. E poi potevo meritarmi un po' di riposo - in fondo - pensai - mio figlio può benissimo arrangiarsi da solo, è pure maggiorenne, anche se da poco. -
    
    Così mi girai predisponendomi ad un altro pisolino. Ma un lieve rumore di passi venne a spegnersi proprio di fronte alla porta della mia camera. Rimasi in ascolto, la schiena girata. Qualcuno toccò la maniglia e la girò piano. Potevo udirne il fruscio. Un alito d'aria. La porta si era aperta. Qualcuno entrò silenzioso; avrei potuto girami e chiedere assonnata che cosa volesse, ma mantenni gli occhi chiusi, fingendo di dormire. Si fermò ai piedi del letto. Potevo quasi sentire il suo sguardo scorrermi sulla schiena. Dopo un po' un impercettibile palpito d'aria sfiorò la mia pelle. Era il suo respiro. Indugiò immobile, accanto al letto, per circa un minuto. Poi, altrettanto furtivamente, riguadagnò piano piano la porta. Sentii il debole stridore della maniglia che si richiudeva. La breve e misteriosa visita di mio figlio era finita. Subito dopo, i passi di là si fecero più svelti e rumorosi. Finiva di prepararsi. Ho riaperto gli occhi vagamente vergognandomi di quella commedia da bella addormentata. Perché non girarsi e chiedergli cosa volesse? Un ...
    ... tonfo. L'uscio di casa s'era chiuso. Tonfi più attutiti mi segnalarono che stava scendendo le scale. In tempo per andare a scuola.
    
    Gli augurai mentalmente una buona giornata. La luce del mattino dalle persiane abbassate, filtrava pigramente fin sulle lenzuola. Mentre attendevo il nuovo sonno, una scintilla si accese dentro di me, dando vita a un calore che andò espandendosi in ogni parte di me stessa, un misto di fiducia e di inquietudine. Piena di questa sensazione mi riaddormentai.
    
    Il giorno appresso vide una giovane donna piuttosto stanca attraversare il vasto cortile di accesso al caseggiato, carica di due sporte piene di spesa. Ero rincasata presto, normalmente ho da lavorare fino all'ora di cena. Ho scalato le rampe del condominio - cinque piani, l 'ascensore è sempre rotto- e finalmente ho infilato la chiave nella serratura dell'appartamento. Sperai che mio figlio fosse in casa, sarebbe stata un'occasione per parlare un poco. Una volta dentro mi parve non ci fosse nessuno. Peccato. Andai in cucina a depositare le sporte, poi in camera, ansiosa di infilarmi un paio di ciabatte. Seduta sul letto sentii dei rumori provenire dalla stanza di mio figlio.
    
    “Ma allora è in casa. " mi dissi "come al solito avrà la cuffia in testa con la musica alta e non mi avrà sentito.”
    
    Uscii dalla mia camera e mi avvicinai alla sua porta. Era solo accostata. Per fargli una sorpresa, piano piano l’aprii. Volevo dirgli che ero arrivata prima e che avrei potuto finalmente preparare una ...
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