1. Dichiarazione


    Data: 21/04/2021, Categorie: Sentimentali Autore: Cla85, Fonte: EroticiRacconti

    Sono volontariamente in ritardo. Il tempo non scorre, ogni minuto mi sembra un eternità. Ma se arrivo in ritardo avremo meno tempo per stare insieme. Sono mesi che evito accuratamente i posti che frequenti, taglio corto nelle conversazioni e trovo falsi impegni irrinunciabili ogni volta che so che ci sarai anche tu. Ma nonostante tutto tu continui ogni tanto ad invitarmi per un caffè o una pausa pranzo insieme, e io non capisco perché insisti, quando è palese che non voglia incontrarti. Forse perché sai che non sono brava a mentire e che ho una pessima memoria e che quindi prima o poi mi sarei fregata da sola, come è successo oggi. Ma ho un piano: devo cercare di rendere l’uscita noiosa, fredda, farti credere che non mi interessa e non mi coinvolge passare del tempo con te. Parleremo del clima, di come va il lavoro, se mi farai qualche domanda taglierò corto, risposte brevi e alla fine tu ti stancherai. Tutto qua. In fondo abbiamo meno di un’ora.
    
    Mi decido, non posso più procrastinare. Accelero il passo, svolto l’angolo diretta al bar al quale abbiamo appuntamento. L’ho scelto io: squallido, affollato, accanto al supermercato. Per un incontro rapido. Ti vedo da lontano. Jeans, t-shirt nera, occhiali da sole. Sento una stretta allo stomaco. Mi vieni incontro e accenni un sorriso.
    
    “Ciao!” Che belli i tuoi occhi, così scuri e vivaci.
    
    “Ciao…” ricambio il saluto. Ti avvicini, mi appoggi la mano sulla schiena e mi attiri delicatamente a te. Un bacio sulla guancia. Sento ...
    ... una scarica elettrica scendere dalla nuca fino ai piedi, la tensione muscolare cala velocemente, il mio corpo si scioglie. Dopo tanto tempo non resisto. Ti abbraccio e ti stringo forte. Faccio un respiro profondo, voglio sentire il tuo odore, vorrei poterlo conservare dentro di me. Ecco…il mio piano è già fallito…
    
    Sciolgo l’abbraccio evitando il tuo sguardo. Ci sediamo all’aperto e ordiniamo da bere.
    
    Brindiamo a questo incontro che siamo riusciti ad organizzare e tu vai dritto al punto.
    
    “Perché mi stai evitando?”
    
    “Cosa…? No, no, non ti sto evitando, solo che guarda, davvero, è un periodo in cui sono impegnatissima, e anche se non lo sono, non riesco ad organizzarmi bene, ancora devo adattarmi al lavoro in città, sai gli orari con i mezzi pubblici, ho sempre l’ansia di fare tardi, ti perdere il treno…” lo dico tutto di un fiato e il respiro corto non mi aiuta. Sono chiaramente a disagio. Penso al mio stupido piano completamente irrealizzabile. “Non mi rispondi al telefono, eviti di leggere i miei messaggi, rimandi qualsiasi appuntamento e non vieni più neanche alle cene che organizziamo... Non c’è niente di male, puoi fare quello che vuoi, solo che non capisco perché… l’ultima volta che ci siamo visti siamo stati bene!”
    
    Già… Fin troppo. Provo con una mezza verità
    
    “E’ che mi sento in colpa nei confronti di Andrea… sento di fare qualcosa che non dovrei”
    
    “Ma che dici, ma in colpa per cosa? Perché vieni a prendere un caffè o a fare un giro in centro con me? ...
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