1. Un lungo week end da lei (seconda parte)


    Data: 08/04/2021, Categorie: Etero Autore: Jestal, Fonte: Annunci69

    Mi risveglio due ore dopo, esattamente nella stessa posizione in cui mi ero addormentato, con lei affianco. Sono steso sul divano a pancia in su e lei è accoccolata su un fianco, con la testa appoggiata al mio petto.
    
    Ormai si sono fatte le 19 e tra un po’ bisognerà cominciare a preparare la cena.
    
    Le do un casto bacio sulle labbra, svegliandola.
    
    “Ehi amore, svegliati, sono le sette.” sussurro io.
    
    “Mmm…no dai…altri 5 minuti...” borbotta lei, assonnata.
    
    “Sei la solita dormigliona.” dico io dolcemente, alzando gli occhi al cielo.
    
    “Shhh…” dice, mettendomi un dito sulle labbra.
    
    “È stato fantastico prima…mi mancava da morire…mi sei mancato tu.” continua.
    
    “Lo so piccola, anche tu a me. Tranquilla, ora sono qui.” rispondo.
    
    “Alziamoci dai. Tutta quell’attività mi ha messo appetito.” continuo.
    
    “In effetti…” riflette lei ad alta voce.
    
    Mentre lei è in cucina a preparare la cena, io controllo le email sul mio portatile.
    
    Sento un buon profumo provenire dalla cucina che mi distrae. Mi fermo ad osservarla mentre è di spalle, intenta a cucinare.
    
    Ha i capelli raccolti in una coda che le scende giù per la schiena.
    
    Indossa una t-shirt grigia e un paio di jeans, lunghi stavolta. Sorrido.
    
    Dove mai l'avrò trovata una così?
    
    Mi distrae la vibrazione del mio telefono che riceve un messaggio. È il mio migliore amico, che mi chiede come procede il week end. Gli rispondo che va tutto bene. "Non immagini nemmeno quanto bene..." penso tra me e me con un ...
    ... sorrisetto beffardo.
    
    "Jacopo, è pronto!" mi chiama lei, interrompendo i miei pensieri.
    
    La cena è ottima, come sempre.
    
    Francesca è un'ottima cuoca.
    
    Ha preparato l'amatriciana che sa che amo, e il pollo al forno con le patate.
    
    Ovviamente non mancano le battute a doppio senso, che è nostro solito fare.
    
    Dopo cena decidiamo di fare una passeggiata. Camminiamo, mano nella mano, per le vie del paese arrivando fino a una panchina in cima a una collina dove ci sediamo. È la nostra preferita.
    
    Abbiamo passato momenti stupendi su di essa. Il nostro primo bacio, per esempio.
    
    Lo ricorderò sempre.
    
    Lei era molto timida nei miei confronti, guardava fisso in avanti mentre parlavamo, evitando il mio sguardo.
    
    "Francesca, guarda che sono da questa parte io, eh." dissi ridendo. Lei si girò a guardarmi un po’ impaurita, ma sorridente. Le misi una mano sulla guancia, avvicinandomi lentamente.
    
    I suoi occhi mi trasmettevano un'emozione indescrivibile.
    
    La baciai. Lei non si scostò ed anzi, ricambiò, ancora un po’ titubante.
    
    Poi si lasciò andare.
    
    “Quanto amo questa panchina.” afferma Francesca con entusiasmo.
    
    “Mai quanto io amo te.” le rispondo sorridendo.
    
    “Scemo.” controbatte, con la faccia da cerbiatto.
    
    “Stupida.” La mia espressione è fintamente contrariata.
    
    Mi afferra la testa e mi bacia. “Ti amo anch'io.”
    
    “Ma amo di più questa panchina, mi dispiace amore.” continua lei, prendendomi in giro.
    
    Ce ne stiamo accoccolati sulla panchina ancora un po’, ...
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