1. La prima volta in cui mi portasti a casa


    Data: 21/03/2021, Categorie: Masturbazione Autore: Aletheia, Fonte: EroticiRacconti

    ... davvero voluto ricordarle cos'avevo fatto, di persona, superare il sogno: volevo infilarle le sue stesse dita dentro, guidandola con la mia mano e indugiare poi dietro di lei sfruttando la sua copiosa eccitazione per prepararla...
    
    Avrei voluto farla mia subito...
    
    D'istinto mi portai una mano attorno al sesso ed iniziai ad accarezzarmi...
    
    E lei, Dio, lei non spostò la sua.
    
    Chiuse gli occhi e iniziò a muovere le dita al di sopra degli slip, formando piccoli cerchi con cui circondava il punto su cui avevo lavorato con tanta pazienza.
    
    Si morse il labbro inferiore, si abbassò le mutandine: la vista della zona di pelle che non aveva mai visto il sole a contrasto con quella della sua mano, più abbronzata, mi tolse il fiato.
    
    La vidi penetrarsi con due dita, cullata dal rivolo che le sorgeva dentro: con la mano libera le scoprii una spalla, dove le posai un bacio leggero, seguito da un morso delicato ma deciso.
    
    Non poteva vedermi, ma avrebbe sentito l'eccitazione crescere...
    
    Le dita riemersero.
    
    Con l'altra mano si scoprì i seni tirando su la camicia da notte quel tanto che serviva: bagnò i capezzoli con il suo piacere e poi rituffò la mano tra le cosce.
    
    Ne presi uno tra le labbra: succhiavo, ci passavo sopra la lingua, i denti scorrevano piano sulla pelle tenera e delicata.
    
    Lei gemeva, muoveva veloci le dita ed io, raccolta un po' della sua eccitazione, muovevo e stringevo la mia mano attorno a me: mi sforzavo di non cedere alla voglia di essere ...
    ... davvero dentro di lei, sapevo che potevo perdere il controllo, ma poi sarebbe stato un casino...
    
    M'inginocchiai cavalcioni su di lei, continuando a toccarmi sempre più.
    
    Le stavo sopra, chinato addosso, il peso concentrato s'una mano, accanto al suo collo e sulle ginocchia, uno tra le sue cosce e l'altro all'esterno del suo corpo.
    
    Pericolosamente vicino alla posizione giusta per infilarmi tra le sue gambe, la punta bagnata del mio sesso le sfiorava la mano: sarebbe bastato così poco...
    
    Aveva iniziato a trattenere il respiro e a muovere il bacino, accompagnando movimenti decisi delle dita, le guance sempre più rosse.
    
    Mi alzai spostando il peso sulle cosce e mi spinsi un po' più in là.
    
    Lei percepì qualcosa, iniziò a strusciarsi sul mio ginocchio, allargando le gambe fino ad accogliere il tocco nell'intimo: mi bagnò con il frutto del nostro erotismo sinergico e lo stimolo, che arrivava a stuzzicare anche il retro, la fece avvicinare all'orlo del baratro.
    
    Le passai la mano libera attorno collo, stringendo appena. Sospirò come se le piacesse.
    
    Strinsi ancora e me lo confermò con un gemito più forte: chissà cos'altro le faceva perdere la testa?
    
    Le presi un fianco, proprio all'attaccatura delle cosce, stringendola salda a me: a tratti temevo i farle male, ma quando compresi che a lei non dispiaceva mi lasciai andare.
    
    Il suo respiro, sempre più intenso e frequente, venne spezzato da un sussurro "Sto venendo..."
    
    E anche se sapevo che lo aveva detto come ...