1. La visita di controllo


    Data: 22/02/2021, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Feelrouge, Fonte: EroticiRacconti

    ... bel gioco di mano le mie labbra, la mia lingua cominciano a darci sotto, coprendo il glande per bene, girandogli intorno fino a farlo diventare di pietra. A stento riesco a stare concentrata visto il gran lavoro del dottore li sotto. Sono completamente bagnata ed in bocca ho una pietra, ed ecco finalmente lo scambio; Romero si sposta e si avvicina alle mie gambe, me le sposta fino alla punta del lettino che, guarda il caso, arriva dritto al suo meraviglioso pene. Mi alza le gambe, le allarga e mi penetra profondamente. Meraviglioso, lo sento tutto dentro, entrare, uscire e poi rientrare e tornare in paradiso. Nel contempo il furbetto italiano si diverte a leccare i miei capezzoli, mentre io, con le mie mani, lo aiuto a tenersi sveglio. Eccolo anche lui desideroso delle mie labbra avvicina il suo pezzo niente male e cerca un varco per infilarcelo, lo accontento apro la bocca e provo ad ingoiarmelo giù fino in fondo. Mi piace, mi da una sensazione di potere, vedo due Dottori sotto il mio controllo, che mi stanno facendo impazzire, ed io sto facendo impazzire loro. Eccolo, il cubano a quanto pare non regge, vedo che non resiste più, lo tira fuori sporcandomi tutta del suo seme, il suo collega lo segue, solo che lui non toglie il suo pene dalla mia bocca riempiendola del suo piacere. Io resto li ancora tremolante godendo del momento. Si rivestono, gentilmente l’Italiano mi porge qualche salviettina, mi ricompongo anche io, mi rivesto, torniamo alla scrivania. Un attimo di velato ed imbarazzante silenzio: “Devo dire che a Cuba ho visto delle donne bellissime con fisici splendidi, ma voi qui in Italia avete una marcia in più grazie a delle creature, come lei Veronika, meravigliose”. “Grazie a voi Dottori la visita piuttosto accurata”. “Venga ogni volta che vuole, questo studio per lei è a sua disposizione”. Li saluto, torno a casa contenta, non mi aspettavo proprio una giornata simile e devo dire che meglio non poteva andare.
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