1. Viva le americane – spin off


    Data: 18/01/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Sesso di Gruppo Autore: Fairy Land, Fonte: RaccontiMilu

    Guardavo come ipnotizzato il seno della mia schiava, Hildee, il quale spinto da un respiro affannato dall’eccitazione si alzava e si abbassava in un ritmo incostante, spinto dal parossismo degli spasmi che a tratti la attraversavano, irregolari e di durata incostante; ella avea le mani legate alla gamba di un divano alto e senza sponde, e ormai aveva anche rinunciato a cercare di divincolarsi o quantomeno cedere a inutili quanto ridicoli tentativi di ribellione.
    
    Il mio sguardo si spostò sulle labbra rosse dischiuse in un sospiro estatico, che a tratti celavano i denti bianchissimi e perfetti, sul corpo vibrante di eccitazione erotica, sui capelli dorati sparsi su serici cuscini in varie ondate che andavano dal color miele all’ambra in base a come vi si disponevano, sulla pelle candida e nivea che i globi di luce facevano quasi scintillare, tanto da essere quasi accecante nel suo essere rorida di umori.
    
    Intorno a quella ragazza in ordine di vicinanza eravamo così disposti: Joy, scura come l’ebano, accucciata in mezzo alle sue gambe oscenamente aperte, intenta a succhiare e leccarle il clitoride facendola sospirare e inarcare di piacere, cogliendola nella sua intimità nel modo più profondo, con la sua lingua che saettava mai stanca e ne percorreva ogni centimetro, gustandone gli umori che andavano a bagnarne le labbra dischiuse, mentre io e Kassandros a due metri da loro, già con una scintilla di torbida eccitazione in fondo allo sguardo e i lombi infuocati dalla ...
    ... passione, resa ancora più evidente nelle nostre virilità già pienamente turgide e pronte a godere del corpo delle due schiave, non ancora liberate però dall’ultimo capo di vestiario che le imprigionava.
    
    Tutt’intorno l’artistico disordine di un banchetto consumato in compagnia, ovunque figuravano vino e tralci di vite, e rami di mirto, e rosse melagrane, coppe di vino finemente cesellate rovesciate, ancora stillanti la loro ambrosia sul pavimento marmoreo, piatti e ornamenti di gusto e foggia appartenenti a perdute ere precedenti, le cui forme ancora adempivano allo svolgimento della funzione, pur abnegando all’esser colte dal gusto originale dei loro creatori, i nostri stessi vestiti, ammucchiati e gettati per terra in un disordine non privo di fascino, il fascino del desiderio che porta a liberarsi di quanto può inibire e frenare, finendo con gli abiti delle ragazze, laceri e fatti a pezzi, quasi preda di belve feroci dalle mani bramose di loro.
    
    Joy si staccò dal sesso della compagna con un risucchio osceno, lasciandoci constatare quanto Hildee fosse ormai prossima al piacere, rosea, pulsante e lucida; le labbra stesse erano percorse da tremiti leggeri e inconsulti, lievi spasmi che si potevano cogliere più compiutamente nei muscoli delle cosce e del bacino, che le rendevano impossibile il rimanere ferma o riguadagnare anche solo una stilla di autoconsapevolezza. Poi si alzò come una pantera nera, dal passo felpato, dalle curve morbide, succose, lo sguardo profondo puntato ...
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