1. L'incontro di due persone sbagliate


    Data: 21/01/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Ambiguo, Fonte: EroticiRacconti

    ... intenta a spompinarlo. La vedevo da dietro. Mi slacciai all'istante i pantaloni.
    
    Rideva come una matta e non era certo ubriaca.
    
    La riportai a casa io. Mi diede l'indirizzo e s'addormentò subito (ma lei non per finta). Mi fermai sotto il suo palazzo nella Città Studi, saranno state le sette, spensi il motore e l'osservai a lungo. Mi ero innamorato di lei, era bellissima. I segni della nottata sul volto rilassato ed il corpo morbido rannicchiato sul sedile mi riaccendevano il desiderio. Non avrei voluto risvegliarla, ma lo feci comunque con un bacio sulle labbra. Alzò le palpebre lentamente e le iridi le s'illuminarono nel vedermi. Girò gli occhi verso il portone e scoppiò in una risata fantastica: in quell'istante ricordò tutto. M'afferrò il colletto della camicia con entrambi i pugni ed affondò il viso contro il mio petto: “Cazzo che figura di merda!!!” Mi picchiò anche sulla spalla.
    
    La strinsi, risi e cercai di baciarla. Si ribellò: “Come ti chiami? Non so nemmeno come ti chiami!”
    
    “Matteo... ora lo sai.”
    
    “Tu stavi con una. Ti ho visto”
    
    'Solo un'amica', fui tentato di risponderle, invece dissi: “Era la mia ragazza... ci siamo mollati questa sera.”
    
    “Perché?!”
    
    “Mi sono innamorato di te.”
    
    “Pirla!” Cercò di ridere, ma era nervosa. “Non prendermi per il culo.”
    
    A me pareva che mi si fosse aperto un universo: mi aveva notato in mezzo a tutti! Mi esplose un'erezione da farmi male, ma le carezzai il collo sotto la guancia invece di saltarle addosso. “Ora ...
    ... sei la mia piccola. Ti amo.”
    
    “Ma dai... dopo quello che è successo.”
    
    “Abbiamo solo giocato. È stato divertente, no?”
    
    Abbassò lo sguardo corrucciato, lisciandosi i pantaloni con la mano sottile. Non potei non pensare che me lo aveva tenuto stretto tutto il tempo, mentre giocava con gli altri due. “Hai un amico stronzo.” mormorò.
    
    “Lo so.” Andrea alla fine aveva cercato d'infilarglielo dietro, facendola urlare ed incazzare... e mandando a puttane la festicciola. “Lo so, è uno stronzo... ma anche tu devi capire... hai un culetto da urlo.”
    
    Rialzò gli occhietti furbi: “Che pirla!” Il viso le si distese in un sorriso. “... non mi andava. Non con lui.”
    
    “Ho capito: non con lui. Ce l'ha troppo piccolo.” Si ritrasse un poco. Da non credere, la puttanella era imbarazzata! “Non trattarmi così... solo che... che cazzo!, lui non mi piaceva, ecco.” Le carezzai con due dita il dorso della mano e capì subito: l'allungò per tastarmi l'erezione.
    
    “Forse potevo io, allora?”
    
    “Ce l'hai troppo grosso!” E rise come alla festa.
    
    “Fa piacere sentirselo dire.” Ammiccai
    
    “Che scemo che sei!!!”
    
    “Non ho speranza allora.” Feci l'afflitto.
    
    Si ritrasse ed aprì lo sportello, fingendo d'andarsene: “Cosa credi?, fa male.”
    
    “Mi lasci così?, nemmeno un bacio?”
    
    “Scusa.” Mi sfiorò con un bacio, ma stava friggendo. “... se vuoi puoi salire, ma solo per un caffè... oggi sono sola a casa.”
    
    Boh, cos'è stato? Un cortocircuito? Una scarica elettrica? Mi si è azzerato il cervello in ...