1. L'incontro di due persone sbagliate


    Data: 21/01/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Ambiguo, Fonte: EroticiRacconti

    Quel pirla d'Andrea se n'è vantato in giro e m'ha messo nella merda: tempo un giorno ed Anna m'ha mandato a fanculo per WhatApp. Incazzata nera! Nemmeno ha più risposto al cellulare.
    
    Mentirei se raccontassi che ne ho sofferto... beh sì, mi sono sentito uno stronzo, ma ormai pensavo solo ad Erica ed alla fine ero contento che fosse finita così: zero casini. Non avevo dovuto mentire. né chiedere perdono. Chiuso. Quindi dovrei ringraziare quel pettegolo che mi ha reso tutto più facile.
    
    La cazzata però l'avevo fatta davvero grossa, il sabato prima, ad una festa di compleanno nella villa di un mio amico. Una festa all'aperto con un casino di gente sconosciuta: fra tutti Erica. Non potevi non vederla. Una figa pazzesca di Milano. Parlavano tutti della nuova figa e senza nemmeno chiedere in giro seppi in poco tempo un sacco di cose su di lei: vent'anni, era la compagna d'università di Nadia, vivevano insieme, aveva fatto un pompino a Luca al cinema, c'erano sue foto imperdibili su Instagram e, a dar retta ad Andrea, se l'erano fatta tutti quelli del liceo ed ora se la scopavano tutti quelli dell'università.
    
    Che stronzo, pensai, quando vede una bella ragazza non capisce più un cazzo. Ma pure io faticai parecchio a far l'indifferente ed a stringermi ad Anna, che ovviamente fiutò subito la mia tensione e mi trascinò per tutto il tempo da una parte all'altra della festa non appena compariva Erica.
    
    Era perfetta: la ragazza che ho sempre sognato. Non troppo alta, atletica, ...
    ... magra, occhi chiari, forse grigi, tettine che gonfiavano il top, ventre piatto da nuotatrice, gambe e cosce lunghe ed un culetto che era la liberalizzazione dello stupro di gruppo. E doveva pure essere simpatica! Da lontano la vedevo ridere e parlare con tutti ed in paio di balli m'ipnotizzò; cominciai a pensare che non erano del tutto false le voci su di lei. S'appiccicava a chiunque l'avvicinasse e si lasciava toccare, reagendo al massimo con una spinta alle palpate più audaci. Ma sempre sorridendo.
    
    Mi andò a fuoco il cervello quando con la coda dell'occhio la vidi andare verso il garage spinta da uno mai visto prima. Bevvi due gin tonic di seguito aspettando che uscisse: comparve prima lui e dopo un paio di minuti lei, sorridente e sicura. A quel punto Anna mi portò via; disse che era stufa e che dovevamo andarcene. Ubbidii senza protestare. Salutammo velocemente un paio d'amici e scappammo.
    
    “Sono solo le due. Hai in mente qualcosa?” Scherzai.
    
    “No no, sono stanca, portami a casa.” E finse di dormire con la testa poggiata al finestrino.
    
    Anna ha sempre avuto un carattere di merda, ma quella sera non riuscivo più a sopportarlo. La scaricai con un bacetto e mi feci altri tre quarti d'ora d'auto per tornare alla festa. Guidavo come un automa, nemmeno la radio ascoltavo.
    
    Andrea era agitatissimo: “Vieni è sbronza come un cammello.” Mi portò di sopra, in una camera in fondo al corridoio. Erica era in ginocchio su un letto matrimoniale, fra le gambe aperte di Lele, ...
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