1. Non hai mai smesso di farmi stare bene


    Data: 21/01/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: alexwriters, Fonte: Annunci69

    ... scopandomi, avanti e indietro, con forza per poi mordicchiarmi la rosetta e succhiarmela.
    
    Per zittire i miei mugolii mi hai ficcato due dita in bocca, intimandomi di leccarle bene, di bagnarle, insalivarle perché a breve sarebbero entrate nel mio culo.
    
    Il primo dito è andato a giocare con la tua lingua dentro di me, il lieve bruciore della penetrazione, il calore che mi risaliva i lombi e si fermava in basso alla schiena.
    
    Il mio buco fremeva, si apriva e richiudeva attorno al tuo dito, per non farlo sfuggire.
    
    Ti ho supplicato, implorato di smetterla di torturarmi. Quasi piangevo, singhiozzando chiedendoti di scoparmi.
    
    Mi hai infilato dentro un altro dito, fino alle nocche, sforbiciandoli per allargarmi. Dopo il secondo, un terzo e poi un quarto.
    
    Oh dea, mi sentivo pieno, allargato, il muscolo teso.
    
    Poi all'improvviso il vuoto.
    
    Ho digrignato i denti, ancheggiato, mugugnato la mia insofferenza.
    
    Non potevo essere portato al limite e poi essere lasciato indietro, senza varcarlo.
    
    Ti ho sentito ridere, sbeffeggiare la mia impazienza, la mia ingordigia.
    
    Ti ho sentito allontanarti un attimo, il rumore di un mobile, un cassetto aperto (il tavolino che avevo visto di sfuggita di fianco al divano?), il rumore di stappo e poi una sostanza fredda sulla mia pelle bollente.
    
    Le tue dita viscide mi hanno aperto di nuovo ungendomi, rendendo il mio canale bollente umido e scivoloso e poi sei entrato in me.
    
    Forte, potente, mi hai riempito, allargato, ...
    ... teso. Mi sei arrivato imperioso fino alle natiche, le tue palle che schiaffeggiavano le mie.
    
    Il mio buco era talmente affamato, talmente ingordo che non ha protestato. Si è allargato per accoglierti per poi stringertisi addosso, prendo le misure, facendoti da tana.
    
    Mi hai dato un attimo per abituarmi a te, mi hai messo la mano sul collo, spingendomi ancora più giù sui cuscini. Mi hai fatto inarcare la schiena, facendomi alzare il culo, esponendomi a te, per te.
    
    Mi fatto sentire la tua autorità, la tua possenza, la tua dominanza, esigendo da me la più bella postura, ti regalavo la mia sottomissione.
    
    Hai iniziato a martellarmi con forza, con ferocia, ti sentivo spingere, ritirarti, quasi fino a uscire, la rosetta tesa dalla tua cappella, e poi ributtarti dentro, di colpo, fino in fondo.
    
    Hai cambiato di poco l'angolazione e le tue spinte folli mi colpivano la prostata ogni volta, facendomi vedere le stelle, facendomi sbavare sui cuscini e implorare pietà, e ancora, più forte.
    
    Hai continuato a pistonare ancora, poi ho sentito il tuo cazzo, se possibile, ingrossarsi ancora, perdere un po' il ritmo.
    
    Mi hai afferrato l'uccello, stringendolo forte, facendomi sibilare.
    
    Sono bastate tre rapide carezze ruvide e sono esploso, gridando. Sono venuto a lungo, spargendo il mio seme sul divano, non sapendo neanche più chi fossi, solo consapevole del tuo cazzo in culo che dava gli ultimi colpi.
    
    Ti sei irrigidito, hai spinto con forza un'ultima volta e ti sei svuotato ...