1. Non hai mai smesso di farmi stare bene


    Data: 21/01/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: alexwriters, Fonte: Annunci69

    ... la persona a cui appartenere.
    
    Mi hai portato a casa tua, abbiamo camminato tranquilli, senza fretta, mano nella mano sotto i portici di Bologna.
    
    Proseguivi fiero, a testa alta, sicuro di te, sicuro di noi, che fossimo già noi, abituato alla tua pelle, che indossavi con orgoglio e in cui stavi bene.
    
    Poliziotto e gay. Qualcosa da ridire?
    
    Questa tua forza mentale, questo tuo credere in te, sentirti bene in te stesso e non vacillare mai....
    
    Spaventa e confonde le persone che credono di poterti offendere, ricattare, farti del male.
    
    Sai chi sei e ti piace.
    
    Come piace a me.
    
    Arrivati a casa tua non ho fatto in tempo a entrare che chiusa la porta mi ci hai sbattuto contro, con forza ma senza violenza.
    
    Mi hai preso le mani, hai unito i polsi li hai portati sopra la mia testa, facendomi stendere le braccia e obbligandomi a mettermi in punta di piedi.
    
    Ti sei abbassato su di me e mi hai divorato la bocca, la tua lingua che mi leccava le labbra, premeva per entrare, leccandomi i denti, il palato, succhiandomi. Ti sei ritratto e mi hai morso il labbro inferiore, incidendo leggermente, per poi leccarmi per lenire il bruciore. Dio, ancora oggi a ripensarci sento il cazzo vibrare e puntare fiero.
    
    Con la mano libera mi hai strappato la camicia e hai iniziato a pizzicarmi i capezzoli.
    
    Non sono rimasto passivo a lungo, ho duellato con la tua lingua, ho strusciato il mio corpo sul tuo, la frizione del mio cazzo racchiuso nei jeans sulla tua coscia me lo ha ...
    ... fatto gocciolare.
    
    Mi hai liberato le mani e sono caduto in ginocchio, ho attaccato con ferocia la tua cintura e ti aperto i pantaloni, ed eccolo il mio premio.
    
    Un cazzo da standing ovation, un uccello lungo e spesso, circonciso, venoso, con una cappella rosa e tendente un po' a destra. Non ho aspettato il tuo invito, l'ho messo subito in bocca.
    
    Sono sceso di colpo fino ai tuoi peli, riccioli neri ben curati, e nel risalire ti ho fatto sentire gli incisivi.
    
    Una lieve scossa per farti capire che non ero, e non sono, poi così sottomesso.
    
    Ho leccato il tuo cazzo adorandolo, con la lingua piatta, su e giù, seguendo le vene, schiacciandole e sentendo il tuo battito pulsare. I tuoi mugoli mi accendevano e mi esortavano a dare il meglio di me.
    
    Il mio uccello ancora rinchiuso nei pantaloni urlava la sua insoddisfazione, lacrimava pure, ma non potevo esimermi, dovevo adorare il tuo scettro.
    
    Ho preso solo la cappella in bocca, un bel fungo saporito, l'ho leccata, succhiata, ho mordicchiato la corona per poi ripassarci sopra lisciandola, ho infilato la lingua nella tua fessura, più a fondo che potevo, assaporando i tuoi umori, il tuo carico pronto a esplodere.
    
    Ho abbandonato il tuo cazzo per un attimo, ho ripreso fiato, alzato lo sguardo leccandomi le labbra per farti vedere quanto mi piacesse il tuo sapore, per farti sapere quanto piacere mi dava, e mi da, avere il tuo uccello in bocca.
    
    Poi mi sono rituffato, ho leccato la cappella, aspirato il glande e sono sceso ...