1. Un autobus chiamato desiderio


    Data: 17/01/2021, Categorie: Etero Autore: Mariovanni22, Fonte: Annunci69

    ... capo, fece per scrutarmi da sopra la montatura degli spessi occhiali.
    
    Un brivido fece per scorrermi attraverso la schiena, una scintilla che terminò la corsa sui miei genitali, carichi di desiderio.
    
    Il gioco si fece sfacciato, le feci vedere chiaramente la mia mano avvicinarsi alle zone calde, notai distintamente il desiderio fare breccia nel suo sguardo bramoso di passione.
    
    Non riuscivo ad immaginarla senza vesti, poiché fu la sua figura così com'era, a farmi ardere di desiderio.
    
    La complicità, raggiunse picchi altissimi.
    
    Lei non osò portare le sue mani nei pressi della figa, nonostante fosse chiaro, come anche lei fosse umida di umori, però azzardò altro.
    
    Non aveva un seno abbondante e probabilmente per via della calura estiva, non portava il reggiseno.
    
    Aveva uno zainetto sulle gambe, copriva la sua maglietta bianca, leggera.
    
    Lo mise ai suoi piedi.
    
    Mi accorsi subito che la sua eccitazione era massima, i capezzoli erano ritti, turgidi, rigidissimi ai miei occhi, facevano risaltare quella pianura, che divenne all'istante, il mio ...
    ... oggetto del desiderio.
    
    Lei sorrise, avidamente, sapeva di darmi piacere, scrutava infatti il gonfiore in mezzo alle mie gambe, soddisfatta, conscia del suo fascino, capì che poteva osare di più.
    
    Distolse lo sguardo, non capii il motivo, ma tutto ebbe una sua logica.
    
    Controllò che nessuno stesse guardando, e ripose i suoi occhi tenebrosi su di me.
    
    Lentamente portò una mano all'altezza della scollatura a "V", scostandola leggermente in basso per permettermi di godere del suo piacere.
    
    Fu questione di pochissimi attimi, tempo di infiammarmi alla vista dei suoi piccoli, ma gonfi, capezzoli.
    
    Si ricompose.
    
    Ormai ero prossimo alla discesa, lei lo capì.
    
    Mentre io mi alzai, lei continuò a fissarmi, imperterrita, sapeva che le sarei passato accanto, era seduta accanto all'uscita.
    
    L'autobus si fermò.
    
    Scesi per ultimo, non prima di proferir parola, "ciao...".
    
    Lei mi sorrise malinconicamente, "ciao...".
    
    Scomparve dietro il riflesso del sole sul finestrino, lasciandomi una carica di erotismo e seduzione, che mi porto appresso ancora ora.
    
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