1. Un autobus chiamato desiderio


    Data: 17/01/2021, Categorie: Etero Autore: Mariovanni22, Fonte: Annunci69

    Se vi aspettate una storia ricca di orgasmi, cazzi umidi e fighe bagnate, mi dispiace, ma non è la storia che racconterò.
    
    Oggi vi renderò partecipi di una storia che mi ha lasciato dentro qualcosa di speciale, che ancora oggi, al solo pensiero, mi crea eccitazione e un senso di benessere intenso.
    
    Mi trovavo con amici in vacanza in Sicilia, precisamente
    
    a Marsala.
    
    Era una mattina estiva, non faceva quel classico caldo torrido, si stava discretamente bene, mi sentivo a mio agio sotto il mio cappello di paglia.
    
    Stavo tornando al villino dove alloggiavo con i miei amici, carico di profumatissimi pomodorini datterini da portare nell'umida Venezia.
    
    Salimmo in autobus al capolinea, era vuoto, mi accomodai sul sedile posteriore, in alto, ero dell'umore giusto, la vacanza era andata molto bene e stavo tornando dalla mia lei.
    
    Poco prima della partenza, salì sull'autobus un ultimo viaggiatore, per la precisione una viaggiatrice.
    
    Era una ragazza mora, meridionale 100%, occhi scuri mascherati da un occhiale nero, sguardo intenso e deciso; capelli come già detto mori, mossi, cadevano sulle spalle.
    
    Fisico ordinario, non eccedeva in nulla, non risaltava niente, eppure qualcosa mi aveva rapito, le labbra.
    
    Labbra carnose, umide, definite minuziosamente, come nemmeno un chirurgo saprebbe fare, quando madre natura sà essere benevola, i risultati sono sempre apprezzabili.
    
    Si sedette sull'unico posto libero, davanti a me, un paio di sedili avanti, rivolta verso ...
    ... il sottoscritto, aveva le cuffiette la ragazza, assorta nei suoi pensieri, l'autobus partì.
    
    Il viaggio non fu lungo, ma sembrò eterno.
    
    Come avete potuto capire, io la notai all'istante e non seppi levarle lo sguardo di dosso.
    
    Lei, immersa nelle note di chissà quale musica, scrutava imperterrita al di là del finestrino, assorta nei suoi pensieri.
    
    Finalmente si girò, per un momento incrociammo gli sguardi e questo le bastò per capire che la stavo fissando.
    
    Provai una sensazione strana, diversamente da altre volte, nelle quali avrei deviato il mio sguardo, questa volta non ci riuscii, a costo di sembrare inopportuno non le staccai i miei occhi di dosso, ne valse la pena.
    
    Per qualche istante ritornò a scrutare il paesaggio, forse pensava a cosa fare, fatto sta che, con un po' di titubanza, si rigirò e iniziò a guardarmi.
    
    Ci fissammo per parecchi istanti, prima che io decisi di dover fare qualcosa, ma senza darlo a vedere ai miei, rumorosi, amici.
    
    Feci uscire dalla mia bocca, come incuriosita dallo spettacolo, la mia lingua, ed iniziai con movimenti morbidi e circolari, ad inumidire le mie secche labbra, bruciate dal sole.
    
    Lei, con mia gradita sorpresa, non si irrigidì e con una sensualità, estrema, ai limiti della troiaggine, mi imitò, con la differenza che le sue labbra mi seppero rapire come non mai e non solo...
    
    Non contenta, volle rilanciare.
    
    Con fare leggero, ma deciso, cominciò a mordere quel paradiso di panna chiamato labbra e, chinando il ...
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