1. Come iniziò


    Data: 16/01/2021, Categorie: Etero Incesti Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... evidentemente si presentava come una possibilità. Avrebbe ottenuto ciò che voleva.
    
    Avrebbe regnato sui Rakyat e i Rakyat avrebbero ripreso a regnare su quella terra. Ad ogni costo.
    
    -Dimmi cosa devo fare.-, sussurrò suo fratello.
    
    Lei sorrise.
    
    -Così mi piaci.-, disse.
    
    -Sulle proppaggini dell’isola a nord sono arrivati degli stranieri. Mercenari, credo. Vai a ucciderli.-, disse.
    
    Improvvisamente lo sguardo di Vaas mutò da fiero a titubante. Aveva paura? Forse. Ma cercava di nasconderla. Bene.
    
    -Sarò da solo?-, chiese.
    
    -Per ora. Ma una volta che avrai colpito, altri ti seguiranno. Ora…-, Citra gli sorrise porgendogli una boccetta ripiena di liquido.
    
    -Cos’é?-, chiese Vaas.
    
    -Una risposta alle tue domande.-, rispose lei, -Bevi.-.
    
    Vaas guardò la boccetta. Doveva essere qualche mistura di erbe. Indugiò solo un istante. In fin dei conti che male poteva fargli. Bevve.
    
    Un sapore amarognolo in bocca, un capogiro e cadde a terra, la mente scagliata in un abisso senza fine.
    
    Vide cose, sangue, morte. Ma non suoi. Dei Rakyat.
    
    E capì: se non avesse fatto la sua parte, tutto ciò che conosceva sarebbe stato spazzato via. Vide Citra.
    
    Sorrise. Il sogno durò un anno, un giorno o qualche istante. Fatto stava che, dopo quella rapida carrellata di immagini, vide Citra che lo guardava, preoccupata e il buio della sera che ammiccava da oltre le fronde.
    
    -Capisci ora?-, chiese Citra.
    
    Lui annuì. Capiva. Sì.
    
    -Farò ciò che va fatto.-, ...
    ... disse.
    
    -Bravo.-, disse lei, -Guadagnati il Tatau.-.
    
    Lo baciò su una guancia. Lui si trattenne a stento dal supplicarla di non fermarsi.
    
    Ma forse lei capì qualcosa. Lo guardò con uno sguardo che lui non riuscì a interpretare.
    
    -Sai che non dovremmo.-, disse. Nessun accenno di pentimento. Lui sorrise, incapace di dire alcunché.
    
    -Se ci scoprissero sarebbe la fine. Di entrambi.-, disse Citra. Non per questo smise di baciargli le labbra. Ora anche lui si permetteva una simile libertà. La voleva.
    
    -Non m’importa. Ti voglio.-, sibilò lui.
    
    -Mi avrai.-, sussurrò lei. Lo baciò stendendosi su di lui. Si spogliarono rapidamente, all’interno del bunker in rovina. Citra lo cavalcò brutalmente, freneticamente.
    
    Vaas sentì solo il calore di lei, il suo profumo come un sudario. Poi i gemiti, suoi e di lei. Incontrollati e animali. Pelle contro pelle, graffi e baci simili a morsi. E infine si sentì prossimo a venire. Lei lo capì.
    
    Con un abilità da contorsionista, Citra gli evitò di venirle dentro e fece sprizzare il suo seme verso il terreno. Sorrise.
    
    -Quando avrai fatto ciò che ti ho chiesto, a quel punto ti permetterò di godere dentro di me.-, disse, -E nostro figlio dominerà queste isole.-.
    
    Vaas sorrise, estasiato e incapace di dire alcunché.
    
    Tornarono al villaggio che era notte fonda.
    
    L’indomani Vaas e due guerrieri partirono per andare a combattere quegli stranieri.
    
    Citra lo guardò partire. Sapeva che avrebbe avuto successo. E se lo avesse avuto, il vecchio sarebbe ...
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