1. Stanza 212


    Data: 09/01/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: Jfk1, Fonte: Annunci69

    ... superfici.
    
    Lui si soffermò con una mano sul seno pieno e sodo. Le apri la camicia, la sfilò dalla gonna e la gettò sul letto. Smise di baciarla solo quando, sfilatole il reggiseno, le sue labbra scesero sul capezzolo per leccarlo. Lei reclinò all’indietro la testa, un implicito assenso a proseguire. Lui strinse un po’ di più i denti senza farle troppo male. Lei, un po’ più sotto, cominciò a bagnarsi.
    
    Le mani di lei non rimasero ferme per molto. Durante il bacio si erano aggrappate al suo sedere quasi con violenza, quasi a voler tagliare la stoffa che la separava dalla pelle di lui. Ma non fu a malincuore che si spostarono davanti, una a misurare la sua eccitazione da sopra i pantaloni, l’altra ad armeggiare con la sua cintura, impaziente di liberare l’oggetto del suo desiderio.
    
    E così, mentre lui risaliva dal seno all’orecchio infilando la sua lingua ovunque le creasse brividi, lei prese il suo cazzo in mano per la prima volta.
    
    Il movimento delle sue mani era lento ed esperto. Lo baciò ancora prima di inginocchiarsi davanti a lui e cominciare a leccarlo. Una tortura, per lui, la cui eccitazione era commisurata alla durezza
    
    che lei poteva ben sentire. Ma una tortura ben ripagata quando lei, finalmente, aprì le labbra e cominciò a muovere la sua testa, ingoiando sempre un po’ di più il cazzo ormai lucido. Lui si appoggiò al muro e le mise le mani dietro la nuca, cominciando a spingere, costringendola (anche se costringere non è certo la definizione giusta per ...
    ... qualcosa che le lei voleva fortemente) a una apnea con il cazzo ormai in fondo alla gola per poi liberarla e lasciarla respirare in attesa di ricominciare. Lei approfittò di un momento in cui la sua bocca era libera per inumidirsi le dita e, mentre ricominciava a pompare il cazzo passò quelle dita sulle palle gonfie dell’uomo e ancora più sotto fino al suo ano che cominciò a stuzzicare. L’uomo gradiva e lo si sentiva nella bocca della
    
    donna, il sangue affluiva con ancora maggior forza. Era marmo, ormai, quello che lei stava succhiando con forza.
    
    Non voleva godere così presto. O meglio: non voleva sborrare perché il godimento, per lui, era cominciato da quando lei era entrata in quella stanza. O forse ancora prima, da quando avevano finalmente deciso di incontrarsi, di farsi regalo lui per lei e viceversa.
    
    La fermò e la fece sdraiare sul letto. Aveva ancora la gonna ma non fu per molto. Lui, ancora in piedi, la guardò. Una donna bellissima, vestita solo con un paio di mutandine , lo stava aspettando su un letto. Lei lo vide sorridere prima che il suo viso sparisse tra le sue gambe. La prima cosa che fece fu sentire il suo odore. Il suo profumo lì era, se possibile, ancora più buono, percepibile e eccitante. Con la lingua cominciò e disegnare dei cerchi sulla sua pancia piatta scendendo, piano piano, più giù. La leccò sugli slip, la cui macchia lasciava capire l’eccitazione della donna al pari del respiro che si stava facendo più breve. Lui aspettò un poco a scostare il ...