1. Stanza 212


    Data: 09/01/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: Jfk1, Fonte: Annunci69

    L’appuntamento era sempre nella stessa camera, la 212, di un albergo vicino alla stazione. Un posto per anime invisibili, per lavoratori in trasferta o di passaggio. Gente sola che voleva soltanto un letto pulito dove riposare e una superficiale parvenza di eleganza. Un posto perfetto per chi, come loro due, voleva poche domande. Per un uomo e una donna che volevano, per qualche ora, non esistere per altri se non sé stessi.
    
    Ogni martedì pomeriggio, da qualche mese, si trovavano lì per dare vita alle proprie fantasie, ognuno complice dell’altro. Lui raffinato e colto. Affascinante e atletico nonostante qualche chilo di troppo. Lei bella e invidiabile, nel corpo e nella testa. Lei che profumava sempre di buono, un regalo che la natura le aveva lasciato da sempre e che era parte della sua femminilità. Ognuno con la propria vita che scorreva al di fuori di quella stanza. Entrambi sposati con un lavoro impegnativo e gratificante. Due vite belle a cui, però, mancava qualcosa per essere perfette.
    
    E quel qualcosa lo avevano trovato in quella stanza affittata in day use.
    
    Si erano conosciuti su internet come spesso capita di questi tempi. Le affinità affiorano anche in mezzo a quel mare che sono i social network e le parole raccontano di noi molto più di quello che sembra. Si erano scritti, avevano flirtato, si erano capiti e riconosciuti tra mille. Avevano trovato, ognuno nell’altro, il tassello mancante. Niente di più e niente di meno.Non cercavano, nessuno dei due, una ...
    ... storia né un’amante. Non cercavano l’amore, certamente.
    
    Cercavano la sola cosa che a loro mancava: il sesso, quello puro, cristallino e per questo torbido. Il sesso che non conosce pudore. Quello che non ha limiti prescritti se non il rispetto.
    
    Non conoscevano i loro nomi, non avevano ritenuto importante dirseli come non era importante sapere cosa succedeva all’altro durante la settimana da quando lasciavano l’albergo a quando, sette giorni dopo, si sarebbero rivisti, in quella specie di purgatorio che li separava dal loro settimanale paradiso. Sapevano di avere in comune la passione per il sesso, sapevano di essere curiosi, sapevano di aver bisogno l’uno dell’altra e questo a loro bastava.
    
    La prima volta, qualche mese addietro, lui arrivò per primo nella stanza. Tolse la giacca (la cravatta non la metteva quasi mai) e si sedette a bere, tranquillo e presente. Certamente non freddo. Lei bussò dopo qualche minuto. Bellissima, come sempre, sensuale senza bisogno di esibire. Lui la baciò appena entrata. Nessuna parola, nessuna presentazione, nessun convenevole. Non erano lì per questo ed erano d’accordo tutti e due. Una relazione pornografica era quello che volevano e
    
    era quello che avrebbero avuto.
    
    Il bacio fu denso, fu il loro modo di presentarsi, di confermare tutto quello che si aspettavano l’uno dall’altra. Loro due abbracciati stretti e le loro lingue uguali mentre le mani, come esploratori tropicali, si muovevano sopra i vestiti a prendere coscienza delle ...
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