1. VUOLE UNA PADRONA OD UNA SCHIAVA? FORSE UN PADRONE?


    Data: 24/12/2020, Categorie: Autoerotismo Dominazione / BDSM Etero Autore: chiodino, Fonte: RaccontiMilu

    ... giusto per me. Penso a questo perchè a Roberta non voglio pensare. Lo chiederà di nuovo ai genitori e mi telefona. Però ci credo poco. E’ stata solo la cosa di una gita in montagna, ed io cretina che…
    
    Esco e lo trovo in sala. Ha ancora i capelli bagnati ed indossa sui pantaloni del pigiama una giacca da casa. Ero andata io a sceglierla con sua mamma e la mia. Di seta color marrone chiaro, semplice, appena modellata, elegante però. E’ cresciuto, dopo un paio di anni gli tira sulle spalle, ma gli sta ancora bene.
    
    -Vuoi un caffè- gli chiedo, e subito dopo, quasi il rimorso di averlo lasciato solo mi fa chiedere se abbia mangiato qualcosa. -Ho mangiato, ma si, un caffè lo prendo volentieri- mi risponde, -grazie.-
    
    Mi giro per andare in cucina e mi guardo allo specchio. E’ sempre stato discreto, mai battute di nessun genere, mai occhiate…quel tipo di occhiate. Ma indosso la gonnella che mamma vietò assolutamente portassi. -Troppo corta e ti fascia troppo, mostri tutto- disse arrabbiata. Se avesse saputo che avevo comprato, sempre al mercato anche una stringa, quella specie di mutande…cazzo, mi sta lumando il sedere! Un attimo solo ma ne sono sicura. Vado verso la cucina, qualche passo soltanto che percorro sculettando un poco. Me ne rendo conto mentre scompaio oltre l’ uscio e ne rido. ‘Così ti piace il mio sedere!’ Faccio fatica a trattenere una risata rumorosa ma dal ridere silenziosamente non mi trattengo. Poi smetto di ridere, penso a Roberta. Chissà, forse. Non ci ...
    ... spero troppo anche se quel pomeriggio su l’ erba, ben celate dai cespugli la ho spogliata senza badare alle proteste. Tra i cespugli sembrava entusiasta mentre gemeva di goduria. Godeva mentre le facevo male, lo so, ne sono certa. Ho stretto forte tette e capezzoli, ho picchiato come una matta sulle chiappe piene e morbide, vellutate. Ho succhiato e mi son fatta succhiare la fica fin quasi a svenire entrambe. Aveva promesso che sarebbe venuta qui per l’ università, è matricola ed è stata ammessa sia qui che più vicino a casa.
    
    Mi ha portato il caffè ma è suonato il telefono e si è messa a parlare con la tazzina appoggiata al mobile. Una gran fica no ma bella, penso mentre cerco di capire di cosa si tratti. Una amica, di qui? Ma no, non ne ha.
    
    -Allora non vi Fermate a Firenze…- Tutto chiaro. La amica strafica, quella un poco odiosa. Poi capisco dalla voce che A Lucia non piace quello che sente ed intuisco quel che sia successo. Viene a sedere e beve d’ un fiato il caffè. -Cosa c’ è?- Mi guarda un attimo quasi non avesse capito la domanda, scuote il capo. -Aveva detto che sarebbe venuta a studiare a Milano.- Mormora appena. Un attimo solo ed alza il capo quasi con un moto di orgoglio. -E’ forse meglio così.-
    
    -Vieni, siedi qua- Non esita, siede vicina, tanto vicino che percepisco il profumo della schiuma da bagno mischiato…fa caldo, suda anche per il nervoso che è facile da vedere, ma il suo afrore leggero non mi disturba anzi. Non oso fare quello che vorrei, mi limito a ...
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