1. Un lungo cammino


    Data: 23/12/2020, Categorie: Cuckold Autore: Ludovico, Fonte: RaccontiMilu

    ... che consentisse di non renderlo troppo evidente, presagendo che avrei avuto più volte questo ‘problemino’ nel corso della cena che ci attendeva, riuscendo a malapena a trattenermi dal masturbarmi. Effettivamente quella fu una serata indimenticabile.
    
    Al nostro arrivo erano già quasi tutti arrivati, chi seduto nell’ampio salone, chi sulla terrazza alla quale si accedeva da una panoramica vetrata.
    
    L’anfitrione ci accolse baciando lei sulle guance, forse troppo in basso, quasi sfiorandole il collo, che in lei &egrave una delle zone erogene più sensibili, stringendola con forza, per un attimo di troppo, a sé e dando a me una vigorosa stretta di mano accompagnata da un sibillino occhiolino. Poi il giro delle presentazioni, visto che per la maggior parte si trattava di persone a me sconosciute.
    
    L’accoglienza era più o meno sempre la medesima: a lei le signore dedicavano un freddo saluto ed uno sguardo che la percorreva tutta con un’aria quasi tangibile di disprezzo, mentre i ‘maschietti’ le lanciavano sguardi ‘affamati’ da parte dei signori.
    
    Ho detto ‘affamati’ e non già ammirati perché il loro non era l’atteggiamento di ammirazione, di compiacimento che un uomo dimostra ad una donna bella ed intrigante come &egrave sempre stata lei. Mi ricordava piuttosto lo sguardo voglioso che si dedica ad una battona ferma sul ciglio di una strada, da cui traspare solo il palese desiderio di scoparla per il gusto di ‘svuotarsi i coglioni’, la voglia animalesca di sentirla gemere ...
    ... sotto i propri colpi.
    
    Questa era dunque la considerazione che avevano di lei ? O era soltanto la mia immaginazione a farmi credere fosse così ?
    
    A me parve invece essere destinata una svogliata stretta di mano, spesso accompagnata da un’aria incuriosita, come se si attendesse di conoscere il marito di questa nuova ‘collega’ per comprendere”non so cosa.
    
    Lei immediatamente iniziò a darsi da fare. Mentre la padrona di casa era relegata in cucina, evidentemente intenta alla preparazione delle portate che ci sarebbero state servite, e lì rimase quasi tutta la sera, lei, non so se per sua iniziativa o invitata a farlo dal padrone di casa in qualità (malignai) di vice-moglie, iniziò a servire in giro per il salone ed il terrazzo vassoi di stuzzichini, bicchieri con bevande fresche o aperitivi, tovagliolini.
    
    Andava avanti e indietro, sculettando inevitabilmente come fa sempre quando indossa scarpe coi tacchi alti, complice anche il pantalone troppo stretto, con la cavigliera e lo spadino che luccicavano ad ogni passo, il volto arrossato dal caldo e dall’impegno, chinandosi ad offrire cibi e bevande con le tette in bella vista, il tanga che, sui fianchi e dietro sporgeva oramai visibilmente dai pantaloni, il culetto sempre esibito, impudico ed appetitosi un quei calzoni che erano diventati una seconda pelle, allo sguardo di tutti.
    
    Lui la seguiva spesso con gli occhi, non so se solo a causa della mia immaginazione appariva orgoglioso, compiaciuto, e mi sembrò che più volte ...
«12...161718...»