1. Un lungo cammino


    Data: 23/12/2020, Categorie: Cuckold Autore: Ludovico, Fonte: RaccontiMilu

    Premessa
    
    Questa &egrave la nostra storia o meglio, parte di essa. Per riservatezza i luoghi possono essere diversi, i nomi taciuti o cambiati e per amore del racconto alcune situazioni solo un po’ amplificate ed esaltate, ma quello che racconto &egrave successo davvero, particolari compresi. Adesso,siamo ormai entrambi non più giovani, voglio fare un balzo avanti, lo sto progettando già da un po’. Quando la storia passerà dall’autobiografico al fantasioso avviserò per tempo i lettori che ho smesso di raccontare quello che &egrave già successo ed ho iniziato a narrare quello che spero accada.
    
    Quindici anni ! Erano trascorsi quindici anni da quell’unica esperienza in un club priv&egrave: esperienza insieme inutile, tragicomica, sterile. Dopo un insperato ‘si’, strappatole a dire il vero senza molta fatica, in poche ore avevo scelto (malissimo) il locale, avevo scelto (benissimo) l’abbigliamento più provocante che riuscissi a immaginare, fino ad applicarle anche un tatoo temporaneo a forma di farfalla sul seno abbondantemente lasciato scoperto dalla guepiere a balconcino, e ci eravamo lanciati in questa avventura. La mia impazienza mi aveva portato troppo presto sull’Appia Nuova, lì c’era questo locale pescato a caso su giornale di annunci ‘Porta Portese’, ma avevo approfittato della cosa e mi ero concesso un piccolo aperitivo alla serata che ci aspettava carica di attese inconfessabili: ce ne eravamo andati un po’ in giro, sedendoci poi a prendere un caff&egrave in un ...
    ... bar. Immediatamente avevo avuto conferma che, come al solito, avevo saputo ‘valorizzarla’ appieno’. già dal nostro ingresso nel locale più di un avventore non le levava gli occhi da dosso. Il cappottino aperto (erano i primi di dicembre) faceva ampiamente intravedere le gambe fasciate da calze nere che una mini in pelle lasciava abbondantemente scoperte e quando, con aria indifferente, le avevo cavallerescamente sfilato il soprabito dalle spalle, una camicetta nera di tulle trasparente aveva mostrato con chiarezza il corpetto di raso lucido (in realtà come ho già detto era una guepiere completa di reggicalze) che indossava sotto. Seduti, sapevo perfettamente che, per quanta cura potesse aver avuto nell’accomodarsi sulla poltroncina, inevitabilmente la pelle nera della mini, assolutamente priva di ogni capacità elastica, le era salita oltre il ‘limite di guardia’, mostrando con tutta evidenza il suo ripudio dell’ormai onnipresente collant a favore delle antiche calze da reggicalze, scoprendo l’orlo più scuro fermato da gancetti lucidi ornati da un fiocchetto nero. Leggevo chiaramente dalle facce della decina scarsa di uomini presenti nel locale, alcuni accompagnati dalla propria donna o da un’amica, altri da soli, sia l’effetto che procurava loro la vista di due gambe abbondantemente offerte allo sguardo, sia il giudizio che, quasi in automatico, la proprietaria delle suddette gambe si era immediatamente guadagnata ‘sul campo’. A seconda dell’estrazione culturale e del lessico ...
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