1. Cera una volta


    Data: 23/12/2020, Categorie: Lesbo Autore: Ivan Montero, Fonte: EroticiRacconti

    ... sprofondando nel divano. Parlarono del più o del meno. Giulia si lamentava del suo lavoro; del modo in cui gli uomini la trattavano. Sempre al centro di apprezzamenti ambigui, di risate mirate a metterla in imbarazzo. Le raccontò di quella volta che rifiutò un lavoro in cambio di sesso. Era un avvocato e credeva fermamente nel suo lavoro. Quell'episodio, però, l'aveva destabilizzata e costretta a ripiegare su altro. Lei la seguiva interessata con gesti di disappunto per rimarcarne le disavventure. E le confessò che le era capitata la stessa cosa ed aveva preso la decisione di concedersi un periodo di pausa. La fece mettere a suo agio invitandola a togliersi le scarpe e rilassarsi prima di un'altra giornata stressante. Le propose, persino, di indossare qualcosa di più comodo. S'avviò verso la stanza da letto, aprì l'armadio e scelse una camicia ed un pantalone da danza. Poi ci ripensò. Non aveva l'abitudine di scegliere per gli altri; era una condizione che la infastidiva. Così la chiamò. Giulia arrivò, imbarazzata dalla sua gentilezza. Per pura combinazione, scelse gli stessi abiti a cui aveva appena pensato lei. Tirò su il vestito che le si impigliò nei capelli. L'aiutò. Giulia si coprì il petto, malgrado avesse il reggiseno, e un lieve rossore le colorò le gote. Era un pò in carne e provava la classica vergogna di colui che deve nascondere qualcosa che non ama. Lei la guardò. La sua professione di modella le aveva tolto l'imbarazzo, abituata a spogliarsi difronte alla ...
    ... gente. In quel caso fu diverso. Una strana sensazione le strinselo stomaco e, d'istinto le passò le mani tra i capelli. Giulia sobbalzò. Lei si avvicinò e la girò di spalle facendola sbandare tanto da dover appoggiare le mani all'armadio per non cadere. Così rimase. Poteva percepire il suo alito sul collo. Strinse forte i pugni ed indietreggiò con le natiche fino ad appoggiarsi sulle cosce di lei. Inarcò la schiena emettendo un gemito impercettibile ma deciso. Il reggiseno cadde sul parquet. Giulia, dallo specchio dell'anta, scorse la sua folta chioma scendere verso il basso. Divaricò leggermente le gambe e spinse il bacino verso l'alto sollevandosi sulla punta dei piedi. Era la prima volta per lei, ma si muoveva con esperienza e femminile intuizione. Accompagnava con rallentati movimenti circolari le sue intenzioni spostandosi ,con precisione, a cercare la punta della sua lingua. Lei si alzò. Lo specchio rifletteva l'immagine di una Dea. La maglia lasciava intravvedere un seno imponente, sodo e ne ebbe conferma non appena la levò. Giulia si girò per ammirare da vicino quella straordinaria opera d'arte. Una pelle liscia, giovane e serica. "Che meraviglia"pensò mentre le sue mani tremanti le cinsero i fianchi snelli. S'avvicinò alla sua bocca accogliente, deglutì e scosse la testa incredula sfiorandole le spalle. Lei pose le mani contro l'armadio e la vide scomparire tra le sue gambe. Le fiutò la stretta fessura rasata e vi introdusse il naso percependo il calore del liquido ...