1. Cera una volta


    Data: 23/12/2020, Categorie: Lesbo Autore: Ivan Montero, Fonte: EroticiRacconti

    Era china, intenta a rimuovere una ostica macchia di cera dal pavimento. Strofinava violentemente come se dovesse levarsi qualcosa dall'anima. Solo qualche ora prima, quelle chiazze avevano scottato la sua pelle olivastra provocandole un piacere ignoto fino ad allora. E mentre strofinava, passava in rassegna gli attimi in cui le stille diafane si erano fuse col suo corpo statuario e strinse le cosce rallentando lo sfrenato movimento della mano. Era molto bella, quasi irreale. Sembrava uscita dalla matita di un disegnatore che metteva su carta la figura della sua donna ideale. Capigliatura leonina; occhi grandi, neri come il carbone ed un fisico scolpito nell'ebano. Il tipo di donna che, se la incontri per strada, non esiti a guardare. La distingueva la semplicità: vestiva abiti comprati al mercato e non esagerava con il make-up. Passava spesso molto tempo da sola. Giusto qualche sortita sporadica per le faccende di prim'ordine. Una mattina suonarono alla porta. Un uomo sulla quarantina, accompagnato da una giovane collaboratrice, si presentò. Erano di una compagnia telefonica e svolgevano un'indagine di mercato. Li fece accomodare, li offrì un caffè e parlarono giusto il tempo che serviva per concludere l'affare. Parlò l'uomo mentre la sua collega si limitava a prendere nota ed annuire per riflesso o per noia. Andarono via ringraziandola. Poco tempo dopo le squillò il telefono. Una sua amica la invitò ad una festa. Sulle prime rifiutò ma dovette cedere alla sua insistenza e ...
    ... le diede una speranza. Si convinse; infondo non faceva granchè e per una sera poteva anche passarci sopra. La casa era grande, su due livelli e già sull'uscio, si potevano percepire gli schiamazzi degli invitati. Entrò in sordina e lei le venne incontro stringendola in un abbraccio amichevole. Si sentiva a disagio difronte a tutta quella gente. Di gran lunga preferiva starsene tranquilla a sorseggiare un calice di buon vino bianco, a leggere un libro o vedere un film. Tant'è che ,dieci minuti dopo, era forte il desiderio di tornarsene a casa. Afferrò un calice ed uscì sul terrazzo a fumare una sigaretta.
    
    "Hey, ciao. Ti ricordi di me? Ma tu guarda che coincidenza; che ci fai qui?" "Francamente,non lo so." Le rispose abbozzando una risata. "Il tempo di finire ed andrò."
    
    "E io ti seguirò; ste feste sono una noia mortale. Comunque sono Giulia, stamattina ero stordita e non mi sono neanche presentata."
    
    Scolarono il vino e si dileguarono.
    
    "Che programmi hai per la serata." Le chiese Giulia.
    
    "Niente di particolare."
    
    "Va bene, passa un buon niente di particolare, allora."
    
    Si salutarono. La chiave aveva sbloccato la serratura. Chiuse gli occhi ed aspirò forte dal naso il profumo della calma. Si tolse i pantaloni, cambio la maglia e si versò da bere. Sentì bussare alla porta. Pose l'occhio nello spioncino e sbloccò la serratura.
    
    "Scusa il disturbo, mi sono ricordata di aver lasciato la mia penna oggi."
    
    La fece entrare e le riempì il bicchiere. Tolse la giacca ...
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